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Russia

Il mistero delle 54 mani mozzate

10 marzo 2018 | 13.54
LETTURA: 2 minuti

Immagine di repertorio (Xinhua)
Immagine di repertorio (Xinhua)

Un bizzarro rituale o l'opera di un folle maniaco? Sono solo alcune delle teorie avanzate dopo il macabro ritrovamento di 54 mani mozzate in un sacco in mezzo alla neve e al ghiaccio su un'isola nel fiume Amur, nei pressi di Chabarovsk in Russia, a circa 30 chilometri dal confine con la Cina.

Teorie però che, secondo quanto riporta il 'Siberian Times', il comitato investigativo russo che indaga sui reati gravi avrebbe del tutto smontato. Dietro a questi "oggetti biologici" non ci sarebbe infatti alcun "contesto criminale". L'anomalia riguarderebbe solo il modo in cui le mani mozzate sono state smaltite.

Gli investigatori non forniscono molti dettagli ma sembrano alludere a una procedura poco nota in Russia che prevede il taglio delle mani dai cadaveri di persone non identificate al fine di conservare le impronte digitali nel caso in cui si rivelino necessarie dopo la sepoltura. Anche se non è chiaro, scrive il 'Siberian Times', il motivo per cui le impronte digitali non possano essere prese dai cadaveri e poi archiviate nei database dei computer.

L'ipotesi è che le mani mozzate siano state conservate in un laboratorio forense e che forse siano state smaltite in modo inappropriato per motivi non ancora chiariti. Il comitato investigativo sta effettuando i controlli del caso e studiando tutte le circostanze per ricostruire come quelle 27 paia di mani siano finite in un sacco in mezzo alla neve.

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