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"Fateci sbarcare", l'appello disperato dalla nave Ong

16 marzo 2018 | 12.54
LETTURA: 2 minuti

Lorenzo Leonetti a bordo della nave della Ong spagnola Proactiva Oper Arms
Lorenzo Leonetti a bordo della nave della Ong spagnola Proactiva Oper Arms

"Abbiamo a bordo più di 250 persone, uomini donne bambini e neonati ma dalle 18 di ieri la Open Arms naviga verso nord senza una direzione precisa. Non è stato ancora assegnato un porto di sbarco". Lo chef Lorenzo Leonetti, unico italiano a bordo della nave della Ong spagnola Proactiva Open Arms che ieri era stata bloccata per ore nelle acque internazionali sotto la minaccia delle armi della guarda costiera libica, racconta all'Adnkronos l'odissea che da due giorni sta vivendo nelle acque del Mediterraneo.

"Il recupero di ieri, dopo due ore passate a 'discutere' con la guardia costiera libica - racconta Lorenzo che da pochi giorni si è imbarcato volontario come cuoco di bordo - grazie a un'ottima manovra del capitano della Open Arms e dei ragazzi alla guida delle lance di salvataggio, è andata per il meglio".

Ma ora il guaio è che "a più di 24 ore dall'operazione di recupero" alla Ong non è stato ancora indicato un porto sicuro in cui far sbarcare i migranti. "È una questione di autorizzazioni - spiega Leonetti -. La barca batte bandiera spagnola per cui è il governo spagnolo che deve chiedere l'autorizzazione a quello italiano. Andiamo verso nord a 4 nodi, pianissimo, aspettando un porto. A bordo c'è una neonata in gravissime condizioni. Il capitano ha chiesto la possibilità di attraccare a Malta ma è stata negata. Malta sta inviando una imbarcazione medica per prendere la neonata".

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