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Russia al voto

18 marzo 2018 | 06.53
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(Foto Afp)
(Foto Afp)

Vladimir Putin si ripresenta oggi per un quarto mandato al Cremlino in cui sarà crescente, e più visibile, la lotta fra le diverse fazioni del potere russo in vista di una transizione senza data, in cui la convivenza fra due diversi paradigmi, quello connesso e globale e il primato militare industriale dei siloviki e delle risorse naturali come matrice del potere, proseguirà in un contesto congelato.

Quella di oggi non sarà una elezione nel vero senso del termine, quanto una celebrazione della maggioranza che si è creata nel Paese dopo l'annessione della Crimea, il cui quarto anniversario, non a caso, coincide con il giorno del voto, come ha scritto il politologo Andrei Kolesnikov. La prevalenza del significato identitario del voto, sulla sua funzione di scelta, ricalca in fondo il modello politico sovietico, quando la prima pagina della Pravda poteva essere preparata prima dell'apertura delle urne.

Così come ricordano altri tempi le feste organizzate in coincidenza del voto, cibo gourmet nella cosmopolita Mosca, dove all'uscita dei seggi si potranno assaggiare capesante di Musmansk o formaggi della Yakutsia, votando il migliore, lotterie e sconti sulle salsicce altrove. Iniziative prese per incentivare i russi a votare, con l'affluenza unica variabile disponibile della giornata.

Nei prossimi sei anni non saranno ammorbiditi i toni di sfida nei confronti dell'Occidente, con cui Mosca potrà collaborare solo su temi terzi, come la Corea del Nord o l'Iran. Così sembra aver anticipato il discorso all'Assemblea della Federazione che il presidente russo ha tenuto all'inizio del mese, e anche il successivo intervento di fronte ai servizi dell'Fsb, in cui, lo stesso giorno in cui è stato reso noto l'avvelenamento dell'ex funzionario dei servizi militari Sergei Skripal e della figlia Yulia in Inghilterra, ha chiesto di alzare la guardia contro la crescente intrusione dei servizi stranieri in Russia.

Sono otto i candidati ammessi a partecipare alle elezioni. L'oppositore Aleksei Navalny, che non ha ottenuto l'autorizzazione a candidarsi, ha chiesto ai russi uno sciopero del voto. Ed è proprio l'affluenza alle urne l'unico dato che potrebbe segnalare qualche crepa della maggioranza post Crimea, e su cui gli osservatori della correttezza del processo elettorale, a partire dal fisico Shpilkin che già nel 2012 aveva segnalato le falle statistiche dei brogli putiniani, si concentreranno. L'invito ai russi è quello di controllare lo streaming in tempo reale dai seggi, per verificare la correttezza dei dati sull'affluenza (in particolare nelle regioni più a rischio, come il Daghestan, la Cecenia, il Bacino di Kuznetsk, dove l'affluenza arriva al 90 per cento).

'GENERAZIONE P' - Oggi esordirà al voto la cosiddetta 'generazione P', i ragazzi che votano per la prima volta e che sono cresciuti con Putin presidente - l'anno del suo esordio al Cremlino, il 2000, sono nati in Russia 1,3 milioni di bambini - protagonisti delle manifestazioni di protesta organizzate da Navalny lo scorso anno e obiettivi della campagna elettorale di Putin, con video e messaggi pubblicati sui social. Ma nella maggioranza putiniani, come emerge dalle ricerche sociologiche: il 50 per cento dei ragazzi in età scolare ambisce a una carriera nei servizi.

SONDAGGI - L'ultimo sondaggio dell'Istituto del governo VTsIom (il centro di ricerche Levada dichiarato come agente straniero ha deciso di non pubblicare sondaggi in vista delle elezioni perché troppo rischioso), assegna al presidente la vittoria con il 69,1 per cento, con il difficile traguardo del 70 per cento di affluenza, di cui si dice da tempo che Putin ha bisogno per conclamare vittoria (ovvero, che almeno la metà dei russi lo hanno votato). Segue il candidato del Partito comunista, l'anomalo Pavel Grudinin, con il 7,8 per cento delle preferenze.

Nel 2012, Putin era stato eletto con il 63,6 per cento dei voti, e l'affluenza alle urne era stata del 65 per cento.

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