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Raid Siria, scontro all'Onu

14 aprile 2018 | 20.05
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(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha bocciato una risoluzione proposta dalla Russia per condannare l'attacco militare di Usa, Regno Unito e Francia contro la Siria. Il testo non ha raccolto i 9 voti necessari per la sua approvazione. A favore hanno votato solo Russia, Cina e Bolivia. Otto i contrari e 4 gli astenuti.

Il voto ha avuto luogo durante una riunione di emergenza del consiglio a New York, convocata dalla Russia per prendere in considerazione la bozza di risoluzione che esprimeva una "grande preoccupazione" per "l'aggressione" contro uno Stato sovrano che viola, secondo Mosca, "il diritto internazionale e la Carta delle Nazioni unite".

L'attacco, compiuto prima dell'alba su tre obiettivi (un centro di ricerca a Damasco, un deposito di armi chimiche a ovest di Homs, un altro deposito e un centro di comando sempre nei pressi di Homs), è arrivato a una settimana dal sospetto raid con agenti chimici sulla città ribelle di Douma. "Missione compiuta!", ha scritto in un tweet Trump che, dopo le minacce, è passato ai fatti. "Un attacco perfettamente eseguito. Grazie alla Francia e alla Gran Bretagna per la loro saggezza e per la potenza delle loro efficienti forze armate. Non poteva esserci un risultato migliore", si legge ancora. Gli Stati Uniti "non tollereranno l'uso di armi chimiche contro uomini, donne e bambini", ha ribadito con forza il vicepresidente Mike Pence. "La notte scorsa, le forze statunitensi hanno compiuto uno straordinario sforzo militare contro gli impianti di armi chimiche e ridotto notevolmente la capacità della Siria di produrre armi chimiche", ha detto.

ONU - Per il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, "non esiste una soluzione militare alla crisi, la soluzione deve essere politica". "Dobbiamo accelerare il processo politico", ha affermato, sottolineando l'obbligo per gli Stati membri di "agire coerentemente con la Carta delle Nazioni Unite e con il diritto internazionale".

"Il Consiglio di sicurezza - ha precisato - ha la responsabilità primaria del mantenimento della pace e della sicurezza internazionali". "Esorto gli Stati membri del Consiglio ad esercitare tale responsabilità e ad evitare azioni che potrebbero aggiungere sofferenza al popolo siriano. Per otto lunghi anni il popolo siriano ha vissuto una serie di orrori", ha scandito Guterres.

All'inizio della sessione, il segretario generale ha poi riconosciuto di essere deluso dal fatto che il Consiglio di sicurezza "non sia riuscito a concordare un meccanismo efficace contro l'uso di armi chimiche in Siria". La situazione in Siria richiede una "indagine approfondita" e il team dell'Opac, l'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche è già arrivato in Siria ed è "pronto a recarsi sul luogo" del presunto attacco con armi chimiche.

USA - "Locked and loaded". Pronti ad usare la forza. Così si definiscono gli Stati Uniti se la Siria userà ancora armi chimiche. Lo ha spiegato Nikky Haley, ambasciatore degli Usa all'Onu, riferendo il contenuto di una conversazione con il presidente Donald Trump dopo il raid compiuto in Siria con la collaborazione di Francia e Regno Unito. "Ho parlato stamane con il presidente. Ha detto che se il regime siriano usa questo gas velenoso ancora una volta, gli Stati Uniti sono pronti ad usare la forza", ha detto intervenendo al Consiglio di Sicurezza.

"Il tempo per le parole è finito. Abbiamo avuto 5 meeting del Consiglio sulla Siria in questa settimana". L'azione "non è una vendetta, né una punizione, né per una simbolica dimostrazione di forza. Abbiamo agito per scoraggiare il futuro uso di armi chimiche", ha aggiunto.

"Abbiamo dato alla diplomazia chance dopo chance. I nostri sforzi risalgono al 2013. La Siria si è impegnata a rispettare la convenzione sulle armi chimiche. Ma come abbiamo visto dallo scorso anno, questo non è successo", ha proseguito. "Il regime siriano, con il ripetuto ricorso alle armi chimiche, ci ha spinto ad agire. Il raid di ieri è un messaggio chiarissimo: gli Stati Uniti non consentiranno al regime di Assad di usare le armi chimiche".

RUSSIA - Al Consiglio di sicurezza dell'Onu l'ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Vassily Nebenzia, ha lanciato un duro attacco agli Stati Uniti, definendo i raid contro obiettivi in ​​Siria un'azione aggressiva di Washington e dei suoi alleati (Regno Unito e Francia). "Gli Usa stanno ulteriormente aggravando una situazione umanitaria già catastrofica", ha detto Nebenzia, che ha accusato Washington di destabilizzare con la sua "escalation" tutto il Medio Oriente.

Secondo il diplomatico russo, Trump e i suoi alleati ignorano la legge internazionale e questa azione "neocoloniale" richiama il comportamento degli "hooligans". "Questo è teppismo nelle relazioni internazionali, e non teppismo minore, dato che stiamo parlando di grandi potenze nucleari". "Il Consiglio di sicurezza è stato completamente ignorato e la sua autorità è stata minata", ha tuonato ancora Nebenzia.

GB - Il coinvolgimento del Regno Unito negli attacchi aerei contro la Siria è stato un "intervento umanitario" giusto e legale, ha detto l'ambasciatore del Regno Unito presso l'Onu, Karen Pierce. "Il regime siriano ha ucciso il suo stesso popolo per sette anni" e l'uso di armi chimiche "è un crimine di guerra e un crimine contro l'umanità", ha affermato Pierce.

L'ambasciatrice ha quindi elencato quattro condizioni per una risoluzione diplomatica alla crisi siriana. Per prima cosa Damasco deve terminare il suo programma di armi chimiche e distruggere le sue scorte, quindi deve esserci un'immediata cessazione delle ostilità, che comprenda l'accesso umanitario alla popolazione civile. Il regime siriano deve poi tornare ai colloqui di Ginevra, i negoziati di pace delle Nazioni Unite che si sono conclusi lo scorso anno, e infine "deve render conto per l'uso di armi chimiche e di altri crimini in Siria".

FRANCIA - "La Francia non ha assolutamente dubbi sulla responsabilità del regime di Assad nell'attacco chimico a Douma" ha evidenziato l'ambasciatore francese all'Onu, François Delattre, sottolineando che quanto successo richiedeva una "forte risposta". "Coloro che sfidano questo dovrebbero rivedere i fatti e le informazioni pubblicate in un rapporto reso disponibile in precedenza dalla Francia", ha aggiunto Delattre.

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