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Le Pen deve restituire 300mila euro a Parlamento Ue

19 giugno 2018 | 11.16
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(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

Marine Le Pen dovrà restituire al Parlamento Europeo, del quale è stata membro dal 2009 al 2017, poco meno di 300mila euro (298.497,87 euro), somma "indebitamente" versata dalla fine del 2010 all'inizio del 2016 a un'assistente parlamentare locale: secondo l'Aula di Strasburgo, la politica francese non avrebbe fornito prove dell'esistenza di un'attività dell'assistente che fosse "direttamente" ed "esclusivamente" connessa al suo mandato di europarlamentare, come prevede il regolamento.

Lo ha deciso il Tribunale dell'Ue, cui Marine Le Pen si era rivolta contestando la decisione dell'Europarlamento: i giudici di Lussemburgo oggi hanno respinto "integralmente" le tesi avanzate dalla ex eurodeputata, che oggi siede nell'Assemblea Nazionale francese.

Per il Tribunale, è agli eurodeputati, e non al Parlamento, che spetta provare che gli importi percepiti sono stati utilizzati per coprire le spese effettivamente sostenute e derivanti "integralmente ed esclusivamente" dall’impiego dei loro assistenti. E Marine Le Pen "non ha provato una qualsivoglia attività svolta dall’assistente parlamentare a titolo di assistenza parlamentare, circostanza che lei stessa ha del resto riconosciuto in udienza".

In particolare, Marine Le Pen "non ha fornito alcun elemento tale da dimostrare un’assistenza diretta che le sia stata fornita nei locali del Parlamento dalla propria assistente parlamentare, non essendo sufficiente a tal fine la mera presenza, asserita ma non dimostrata, di quest’ultima nei locali del Parlamento (e il Parlamento ha del resto osservato in udienza che non era possibile che un’assistente parlamentare entrasse nei locali del Parlamento utilizzando il passaggio riservato ai deputati)".

Inoltre, osservano ancora i giudici di Lussemburgo, "sebbene la signora Le Pen sostenga che la propria assistente parlamentare disponeva di un domicilio ufficiale ed effettivo presso uno dei suoi amici a Bruxelles", si limita alla "mera affermazione", senza produrre "alcun elemento tale da corroborare quanto asserito". Infine, secondo il Tribunale, Marine Le Pen "non è stata oggetto di un trattamento discriminatorio e parziale, dato che non ha apportato alcun elemento di prova che consenta di ritenere che solo gli eurodeputati del Front National siano stati oggetto, attualmente o in passato, di simili procedimenti avviati dal Parlamento".

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