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Il miracolo della grotta

03 luglio 2018 | 07.25
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(Fotogramma/Ipa)
(Fotogramma/Ipa)

Hanno tenuto il mondo con il fiato sospeso per ben 9 giorni, resistendo senza cibo. Ma alla fine ce l'hanno fatta. Sono stati trovati tutti vivi i 12 baby calciatori dispersi in una grotta della Thailandia con il loro allenatore. Gli sforzi per salvarli sono continuati incessanti. Poi l'accelerazione: una squadra di sub ha lavorato una notte intera per posizionare una corda nei cunicoli allagati della grotta di Tham Laun.

A raccontare le loro condizioni è Ben Raymenants, un esperto speleo-sub britannico che fa parte della squadra internazionale impegnata nel salvataggio. I ragazzi sono psicologicamente più forti di quanto si potesse pensare, ma sono estremamente indeboliti, "a malapena si reggono in piedi" dice Raymenants che ieri nuotava dietro ai sub che finalmente sono riusciti a ritrovarli tutti i vivi.

I ragazzi "sono molto deboli, non hanno ingerito cibo solido per dieci giorni. Bevevano l'acqua che trasudava dalle pareti della grotta. Ci sono ora due medici dei Navi Seal (thailandesi) che li nutrono gradualmente per farli tornare in forze", riferisce Raymenants a Sky News, aggiungendo che i ragazzi soffrono di "atrofia muscolare".

L'entrata nella grotta è una specie "di rito d'iniziazione per i ragazzini locali", dovevano arrivare alla fine di un cunicolo, scrivere i loro nomi e tornare indietro, ma sono stati sorpresi da un'inondazione improvvisa provocata dalla pioggia, spiega il sub. Per questo i ragazzini "non avevano cibo, avevano lasciato fuori gli zaini e le scarpe". E in tutto il gruppo avevano una sola torcia.

Raymenants non nasconde le difficoltà di trarre in salvo i ragazzi dato che l'opzione di pompare l'acqua fuori dalla grotta potrebbe essere vanificata dal prossimo arrivo della pioggia. Ma anche portare fuori i ragazzini a nuoto sott'acqua lungo un tortuoso percorso di circa 2,5 km è estremamente difficile, avverte il sub. "Si tratta di una delle grotte più estreme dove io sia mai andato - rimarca - la strada è lunga e complessa. Ci sono correnti. In alcuni momenti la visibilità è pari a zero. Bisogna portarli fuori uno a uno con il rischio di crisi di panico. Non sanno nemmeno nuotare". E se dovesse mettersi a piovere durante il percorso, lungo diverse ore, la corrente in senso contrario sarebbe così forte da rendere quasi impossibile nuotare.

"L'ultima opzione - sostiene il sub britannico - è sedersi e aspettare. Due medici della marina thailandese si sono portati volontari per aspettare con loro con provviste per tre o quattro mesi fino a quando l'acqua non calerà".

Si sta lavorando per tirarli fuori il più presto possibile. "Non sarà sicuramente per oggi ma quattro mesi è ridicolo" afferma Narongsak Osotthanakorn, governatore della provincia settentrionale di Chiang Rai.

"Appena saranno abbastanza forti e l'acqua diminuirà li porteremo fuori - annuncia Passakorn Boonyalak, vice governatore della provincia di Chiang Rai - l'orizzonte temporale è il più presto possibile. Ora che piove meno, cercheremo di drenare il massimo di acqua".

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