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"Libia non è porto sicuro", alt dell'Ue

16 luglio 2018 | 16.15
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(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

"Nessuna operazione europea e nessuna nave europea effettua sbarchi in Libia, perché non lo consideriamo un Paese sicuro". Lo sottolinea la portavoce della Commissione Europea per le Migrazioni Natasha Bertaud, durante il briefing con la stampa a Bruxelles. Sbarcare i migranti soccorsi in mare in Libia, spiegano fonti Ue, costituirebbe un refoulement, contrario al diritto internazionale. Chi può riportare i migranti soccorsi in mare in Libia sono le autorità libiche, non le imbarcazioni europee.

Anche le navi europee, se soccorrono migranti nell'area Sar libica, tecnicamente non possono riportare i migranti in Libia, ma devono sbarcarli in un porto sicuro, quindi in Europa. Pertanto l'equipaggio della Vos Thalassa, se avesse riportato i migranti in Libia anziché affidarli alla Diciotti della Guardia Costiera italiana, avrebbe commesso un refoulement, in violazione del diritto internazionale.

A commentare il no di Bruxelles a considerare la Libia un porto sicuro è Matteo Salvini: "L'Unione Europea vuole continuare ad agevolare lo sporco lavoro degli scafisti? - ha scritto il ministro dell'Interno su Twitter -. Non lo farà in mio nome, o si cambia o saremo costretti a muoverci da soli".

Per l'Alto Rappresentante dell'Ue per gli Affari Esteri Federica Mogherini, invece, "si tratta di una decisione della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, quindi di una valutazione puramente giuridica, sulla quale non c'è una decisione politica da prendere, ma che è nelle mani di una Corte indipendente, che ha i suoi metodi di valutazione basati sullo Stato di diritto, sulla legge". "Oltretutto - ha aggiunto Mogherini - è una questione che l'Italia non ha sollevato in Consiglio, così come non è stata sollevata dall'Italia neanche la prospettiva di una conferenza sulla Libia".

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