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Traffico di neonati, blitz in orfanotrofi in India

17 luglio 2018 | 14.45
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Foto di repertorio (Fotogramma/Ipa) - FOTOGRAMMA
Foto di repertorio (Fotogramma/Ipa) - FOTOGRAMMA

Il governo indiano ha ordinato l'ispezione di tutti gli orfanotrofi e le case di Madre Teresa che si occupano di bambini, dopo che una suora è stata arrestata con l'accusa di traffico di neonati. In una dichiarazione di cui riferisce AsiaNews, Maneka Gandhi, ministro per lo sviluppo della donna e del bambino, ha detto di aver domandato ai governi di tutti gli Stati di "ispezionare subito in tutto il Paese ogni casa per la cura dei bambini gestita dalle Missionarie della Carità".

All'inizio del mese la polizia di Ranchi (nel Jharkhand) ha arrestato la superiora della casa, e un'impiegata della struttura, che, secondo l'accusa, avrebbe venduto un neonato a una famiglia dell'Uttar Pradesh per 120mila rupie (1.490 euro).

Suor Mary Prema, superiora generale delle Missionarie della carità ha dichiarato che l'istituto avrebbe indagato sul fatto che "va contro le nostre convinzioni morali", e che avrebbe preso provvedimenti perché non succeda nulla di simile nel futuro. La Conferenza episcopale dell'India ha però espresso dubbi che il caso delle suore di Madre Teresa del Jharkhand sia gonfiato apposta da "alcune persone" per sminuire l'opera delle suore.

L'ordine cattolico fondato nel 1950 non ha commentato la direttiva del governo, ma si era detto nei giorni scorsi "completamente scioccato" per le accuse. "Non sarebbe mai dovuto accadere - affermava un comunicato - E' contro le nostre convinzioni morali. Vogliamo esaminare con attenzione la vicenda" avvenuta nella nostra casa di Ranchi, nello stato di Jharkhand.

Il 'Guardian' riporta però alcuni dubbi sull'operato della polizia, che dice di aver ottenuto una piena confessione dalla religiosa accusata di aver venduto tre bambini e tentato di venderne un quarto. Il vescovo di Ranchi parla di confessione estorta e accusa la polizia di "trattare l'intera organizzazione di madre Teresa come una gang criminale".

Alcuni leader politici del West Bengala, lo stato dove ha sede l'ordine, affermano intanto che il caso fa parte di un'agenda anti cristiana portata avanti dal partito nazionalista hindu al governo, il Bharatiya Janata. Le Missionarie della carità hanno smesso di favorire le adozioni degli orfani ospiti nei loro centri, da quando una legge del 2015 ha permesso l'adozione anche ai single, divorziati e separati. Il processo di adozione in India è molto lungo, con attese fino a quattro anni, e questo favorisce abusi come la vendita dei piccoli.

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