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'Non rimpatriatelo', studentessa blocca volo in diretta Fb

25 luglio 2018 | 14.52
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Foto da Facebook
Foto da Facebook

Ha impedito il rimpatrio con una diretta Facebook. Elin Ersson, studentessa svedese e attivista per i diritti umani, è salita sull'aereo di un 52enne rifugiato afgano in partenza dall'aeroporto di Gotemborg per impedire che venisse riportato nel suo Paese d'origine. Si è rifiutata di sedersi, riprendendo tutto con lo smartphone e chiedendo insistentemente di parlare con il pilota. "Non mi siedo se non fate scendere anche lui" ha detto. "Cerchi di cambiare le regole?" le chiedono gli addetti alla sicurezza, mentre cercano di toglierle il cellulare e a lei si lascia andare a una lacrima, ma non si muove di lì e raccoglie la solidarietà dei passeggeri che applaudono e si alzano in piedi, impedendo di fatto il decollo. "Se dovesse tornare in Afghanistan lo ucciderebbero" dice nel filmato piangendo e scusandosi con chi protestava per il ritardo della partenza.

Il video, trasmesso in diretta sulla sua pagina Facebook, ha avuto migliaia di visualizzazioni."Sto facendo tutto il possibile per salvare la vita di una persona, lui non sarà al sicuro in Afghanistan, non è giusto rimandare le persone all'inferno", ha ripetuto Ersson all'assistente di volo che le continuava a chiedere di smettere di riprendere e sedersi. Dopo che le autorità dell'aeroporto si sono rifiutate di usare la forza per far scendere la donna dall'aereo, è stato il rifugiato afghano, accompagnato da tre agenti di sicurezza, a lasciare l'areeo, seguito da Ersson. Ed accompagnato dagli applausi degli altri passeggeri.

La protesta, che arriva dopo che nelle scorse settimane un altro afghano è stato fatto scendere dall'aereo perché aveva iniziato a gridare prima del decollo, accende i riflettori sulla politica dell'espulsioni dei richiedenti asilo che il governo svedese intende continuare ad adottare in vista delle elezioni di settembre, con il partito di estrema destra, i Democratici Svedesi, che sta crescendo nei sondaggi proprio grazie al focus su immigrazione e dei richiedenti asilo. Dopo l'attentato dello scorso gennaio, in cui morirono 22 persone a Kabul, il governo ha fermato per un breve periodo i rimpatri, ma ora il consiglio per l'immigrazione ha stabilito che la situazione di sicurezza permette il rimpatrio delle persone a cui è stato negato l'asilo. Dal 2015, anno in cui 163mila persone hanno richiesto asilo, la Svezia ha adottato standard molto più severi e si prevede che decine di migliaia di rifugiati saranno consegnati alla polizia per essere rimpatriati.










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