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Nuovo ddl costituzionale per l'abolizione delle Province, verso accordo bipartisan

25 marzo 2014 | 20.08
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Nuovo ddl costituzionale per l'abolizione delle Province, verso accordo bipartisan

Roma, 25 mar. (Adnkronos/Ign) - Maggioranza ed opposizione lavorano in queste ore a un accordo per chiedere la calendarizzazione urgente di un nuovo ddl costituzionale per l'abolizione delle province. Il nuovo ddl, secondo quanto si apprende da fonti parlamentari del M5S, prevede un 'colpo di bianchetto' alla parola 'Province' dalla Costituzione, che così verrebbe cancellata dalla Carta. Si tratta, in sintesi, del testo depositato dal senatore M5S Vito Crimi e dal collega della Camera Danilo Toninelli. L'accordo secondo i 5 Stelle sarebbe vicinissimo.

La pregiudiziale di costituzionalità targata M5S al ddl Delrio non è passata al Senato per un soffio: solo 4 voti di scarto. Sono stati 112 i 'sì'; 115 i 'no', 1 astenuto che a Palazzo Madama vale voto contrario. "Peccato - ha commentato il grillino Bruno Marton - bastava davvero qualche voto in più per farcela e affossare definitivamento questo finto provvedimento".

Si accoda Paolo Romani (Fi). ''Oggi abbiamo perso la straordinaria occasione di bloccare il ddl Delrio a causa dell'assenza di alcuni colleghi... un episodio spiacevole''. Questa le parole contenute nell'sms di Romani ai parlamentari azzurri che con la loro assenza oggi in Aula hanno impedito di bocciare il testo una volta per tutte. La polemica interna al gruppo Fi di palazzo Madama è scoppiata quando è emersa l'assenza di almeno 17 senatori dall'Aula al momento del voto del ddl.

Prima di passare all'esame di palazzo Madama per la discussione generale, la riforma delle province ha incassato il via libera commissione Affari costituzionali al Senato malgrado alcuni rovesci in cui sono incorsi governo e maggioranza su un paio di emendamenti.

In particolare è passato un emendamento dell'opposizione che restituisce alle Province le competenze sull'edilizia scolastica, ed è stato bocciato un emendamento del relatore che fissava un tetto all'indennità dei presidenti delle Province in misura non superiore a quella del sindaco del capoluogo dei comuni associati. Ad incidere sulla votazione i numeri in Commissione con una maggioranza davvero risicata, sarebbe stata decisiva l'assenza di Mario Mauro (Per l'Italia).

Soddisfatto dopo il via libera il relatore Francesco Russo (Pd): "Aldilà di alcune posizioni divergenti -ha detto - in commissione si è registrata un'ottima collaborazione, senza la quale non saremmo arrivati a questo punto". Il Senato, aggiunge, "voterà, entro domani (il voto, salvo ritardi o slittamenti, potrebbe arrivare già mercoledì sera, ndr) a favore dell'abolizione delle province dimostrando che cambiare si può. Questi sono fatti ed è l'unica cosa che conta".

"In Commissione Affari Costituzionali si è verificato un episodio marginale", ha affermato a proposito della sconfitta di governo e maggioranza sui due emendamenti. "Si è trattato di un incidente dovuto all'assenza di un senatore. Un episodio isolato che non influirà sul percorso dell'approvazione del provvedimento".

Critico il leghista Roberto Calderoli. "Sono riusciti in questo ddl sulle province a non sopprimerle, ad aumentare i livelli amministrativi, a incrementare posti, poltrone e spese: ora saranno tutti contenti", ha detto Calderoli.

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