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Foibe, Grasso: ''Ricordiamo una delle pagine più tristi vissute dal Paese''

10 febbraio 2014 | 16.28
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Foibe, Grasso: ''Ricordiamo una delle pagine più tristi vissute dal Paese''

"Con intensa e profonda commozione sono oggi qui, insieme a voi, per ricordare una delle pagine più tristi che il nostro Paese, il nostro popolo ha vissuto: la tragedia della guerra, delle foibe, dell'esodo". Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso nel suo intervento in aula a Palazzo Madama in occasione della celebrazione del Giorno del Ricordo, solennità nazionale e civile istituita nel 2004, in memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata e delle tragiche vicende del confine orientale.

La cerimonia di commemorazione si è svolta alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Al Senato erano presenti la presidente della Camera Laura Boldrini, il presidente del Consiglio Enrico Letta, il presidente della Corte Costituzionale Gaetano Silvestri.

Il Giorno del Ricordo, ha proseguito Grasso, è un modo "per affrontare in maniera condivisa le cause e la responsabilità di quanto è accaduto e per superare tutte le barriere di odio, diversità e discriminazione. L'Italia non può e non vuole dimenticare".

La seconda carica dello Stato ha affermato che "la storia europea degli ultimi decenni ha senz'altro contribuito, con l'avanzare del processo di integrazione europea, a ricucire, anche nel quadrante orientale, gli odi nazionali. La Slovenia e la Croazia sono entrate a far parte dell'Unione europea e questo ha avuto un peso determinante nel superamento delle barriere ideologiche all'interno di un contesto, quello dell'Unione, che è per sua natura fondato sul rispetto delle diversità e sullo spirito di convivenza e reciproco scambio tra etnie, culture e lingue diverse". "Il ricordo, oggi - ha detto Pietro Grasso - è per me un dovere come Presidente del Senato, ma prima di tutto come uomo, come cittadino; è un monito per tutti noi perché siamo tenuti ad impedire che l'ignoranza e l'indifferenza abbiano la prevalenza e perché tali orrori non si ripetano mai più e restino un ammonimento perenne contro ogni persecuzione e offesa alla dignità umana".

''Con questa giornata dedicata al ricordo delle vittime delle foibe, le istituzioni compiono un atto riparatore perche quell'orrore è stato per troppo tempo rimosso e perfino negato. Migliaia di italiani vennero privati dei loro diritti, dei loro beni e della loro stessa vita", ha dichiarato la presidente della Camera Laura Boldrini.

Nella stessa giornata dedicata alla memoria sono comparse a Roma, presso la stazione Laurentina della metropolitana e sul Cippo carsico dedicato, sempre alla Laurentina, ai Caduti di tutte le guerre, scritte inneggianti alle foibe e contro l'italianità. Un episodio denunciato da Donatella Schuerzel, presidente dell'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia: "Denunciamo con forza il frutto di ignoranza, ideologismo retrogrado e volontà di negare ciò che la storia attesta inequivocabilmente".

Quelle scritte, ha detto nel suo intervento al Senato Marta Dassù, vice ministro per gli Affari esteri, rappresentano "odi del passato e non speranza per il futuro". Quindi ha espresso la ferma ''condanna'' del governo.

Cerimonia anche alla Foiba di Basovizza, sull'altipiano carsico in provincia di Trieste. La presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ha definito perfette le parole dello storico Raul Pupo: questa è, ha citato, ''una piccola terra in cima all'Adriatico nelle quale si sono condensate alcune delle esperienze più tipiche e devastanti della contemporaneità nel Vecchio Continente''. Alla cerimonia a Basovizza hanno preso parte autorità civili, militari e religiose che hanno reso omaggio alla vittime delle foibe. Una onorificenza del Presidente della Repubblica è stata consegnata a Sergio Bavdaz, figlio di Giuseppe, ucciso in un attentato a Monfalcone (Gorizia). Una santa messa è stata celebrata dal vescovo di Trieste, monsignor Gianpaolo Crepaldi che, citando anche alcune parole di Papa Giovanni Paolo II, ha sottolineato come ''le tragiche esperienze devono far coltivare in noi la consapevolezza del rispetto della dignità umana''.

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