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Semestre Ue, Renzi: “Dall’Italia un pacchetto di riforme da attuare in mille giorni”

24 giugno 2014 | 10.00
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Il premier: “Durante il semestre europeo saremo forti perché consapevoli delle qualità degli imprenditori e dei lavoratori”. E ricorda: “Nel 2003 Francia e Germania chiesero di sforare il 3%”. La Camera approva la risoluzione della maggioranza sull’intervento del premier con 296 sì

Semestre Ue, Renzi: “Dall’Italia un pacchetto di riforme da attuare in mille giorni”

“L’Italia intende presentarsi al semestre con un pacchetto unitario di riforme” da mettere in atto in un “arco di tempo di mille giorni: dal primo settembre 2014 al 28 maggio 2017”. Lo dice Matteo Renzi alla Camera.

L’aula di Montecitorio ha poi approvato la risoluzione della maggioranza sull’intervento del premier sul prossimo consiglio europeo e sul semestre di presidenza italiano dell’Ue. I voti favorevoli sono stati 296, 169 i contrari.

Un triennio per lavorare - Un “arco di tempo triennale in cui individuare punto per punto, e questo è il lavoro da fare entro settembre, ciò che noi proponiamo ai cittadini. Ma non genericamente le riforme, ma nello specifico come vai a cambiare il fisco, come vai a cambiare dai diritti all’agricoltura. Noi sfidiamo il Parlamento a rendere migliore il Paese in tre anni. Questo è l’obiettivo dei mille giorni”.

L’Italia si farà sentire - Al Consiglio europeo e al semestre di presidenza “l’Italia porterà la propria voce con grande determinazione e convinzione”, sarà “un’Italia forte - sostiene il premier - non per il risultato elettorale ma perché l’Italia è consapevole della propria qualità, della qualità dei propri imprenditori e lavoratori”.

“C’è da domandarsi che tipo di Italia presentiamo in Ue e che tipo di Ue vogliamo come italiani. In questo anni - prosegue Renzi - abbiamo dato l’impressione che l’Europa sia un luogo altro. L’Europa non è qualcos’altro da noi e noi dobbiamo dire con determinazione non quello che ci deve dire l’Ue, ma quello che noi chiediamo all’Europa”.

“L’Europa - aggiunge il presidente del Consiglio - non è solo il luogo in cui si vive di codicilli e parametri”, “non può diventare terra di mezzo di cavilli e norme che perdono il senso del reale”.

Inoltre, sostiene Renzi, “lo spirito non è quello di chi chiede una poltroncina, e nemmeno di andare a battere i pugni sul tavolo. Ma l’Italia va a fare politica, e il contributo dell’Italia è più grande delle paure che abbiamo avuto”.

Cambio di direzione per crescere- “Noi non vogliamo inganni, rispettiamo le regole, ma dobbiamo dire che o l’Europa cambia la propria direzione di marcia o non esiste la possibilità di sviluppo e crescita. Senza una diminuzione del numero di disoccupati e la capacità di creare ricchezza non ci sarà stabilità”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi parlando alla Camera.

Germania e Francia sforarono il 3% - “Ai profeti, alle vestali del rigorismo ricordo che quando l’ultima volta l’Italia guidò il semestre di presidenza Ue, nel 2003 due Paesi chiesero di sforare il 3%, autorizzati: Germania e Francia”, dice il premier.

“Si può discutere sul tipo di riforme che hanno fatto, ma dico da esterno che la straordinaria stagione di riforme di Schroeder ha consentito di affrontare la crisi di oggi in modo più forte, onore al merito -ha aggiunto Renzi- La grandezza di Noè è aver costruito l’Arca quando ancora non pioveva e la Germania nel 2003 ha scelto riforme molto belle e significative che consentono al Paese di essere fuori dalla crisi”.

Lezioni di democrazia - Alle ultime elezioni europee “c’è un partito politico che ha preso il maggior numero di voti in tutto il continente e non accettiamo da nessuno lezioni di democrazia e democraticità, qui e fuori dai confini nazionali: se milioni di italiani hanno votato perché l’Europa cambiasse verso abbiamo una responsabilità, non una medaglia da appuntarci al petto”.

Nomine dei vertici Ue - Con le scelte che l’Europa ha di fronte “siamo a un bivio”, e “non dipende da chi mettiamo a fare il presidente di Commissione”, perché dobbiamo sapere che “l’Italia ha lavorato perché si affermasse un metodo, ed è stato un successo: prima le linee strategiche di sviluppo dell’Europa , prima di decidere chi guida decidiamo dove andare”.

Dalla cena dei leader del Consiglio europeo deve “uscire un accordo complessivo” sulle nomine, ha quindi esortato il premier. “Non basta sapere chi sarà il presidente della Commissione se non si decide anche chi guiderà l’Eurogruppo o il Consiglio europeo”, ha sottolineato Renzi.

Immigrati - “Se il dramma degli sbarchi non riguarda l’Ue, tenetevi la vostra moneta e lasciateci i nostri valori”, dice Matteo Renzi. “Non basta avere una moneta, un presidente in comune, una fonte di finanziamento in comune: o accettiamo un destino e valori in comune o l’Europa perde il suo stesso ruolo”.

“Un’Europa che spiega come si deve pescare ma poi quando ci sono i cadaveri si volta dall’altra parte, non è degna di chiamarsi Europa di civiltà”, prosegue Renzi. Non basta, dice il premier, “l’emozione di un momento” quando i vertici istituzionali Ue vengono a Lampedusa, se “poi il governo viene lasciato solo”.

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