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Riforme, via libera all'articolo 2. Renzi: "Fiducioso in ok la prossima settimana"

01 agosto 2014 | 08.23
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M5S e Lega fuori dall'Aula. I 5 Stelle contro Boschi: "Non ci risponde". Bianconi con il braccio fasciato dopo la bagarre di giovedì sera. Grasso: "Fatti gravi non saranno più consentiti". Governo battuto col voto segreto su un emendamento del leghista Candiani. Verdini: "Incontro Berlusconi-Renzi ancora da fissare"

Renzi (Infophoto) - INFOPHOTO
Renzi (Infophoto) - INFOPHOTO

Via libera dall'aula di Palazzo Madama con 194 sì, 26 no e 8 astenuti all'articolo 2 del ddl riforme sulla composizione e l'elezione indiretta del Senato. L'aula è andata avanti spedita, con la rapida votazione degli emendamenti, anche per l'assenza di M5S e della Lega che hanno abbandonato i lavori.

Il presidente del Senato Pietro Grasso, dopo l'approvazione dell'art.2, ha sospeso la seduta. Il seguito del ddl riforme, con ogni probabilità, riprenderà da lunedì.

Nuove proteste in Aula - Dopo il caos e i tumulti di giovedì sera, è stata un'altra giornata di proteste al Senato . Le opposizioni sono uscite dall'Aula, poi hanno deciso di rientrare accettando l'invito in questo senso di Grasso. Ma, dopo una pausa, alla ripresa dei lavori, è rientrato solo Sel, mentre la Lega e il M5S hanno abbandonato i lavori.

Lega e M5S fuori dall'Aula - "Di fronte a un ministro che non ci risponde, ad un presidente del Consiglio che si gingilla con i tweet a prenderci in giro, noi ce ne andiamo fuori", ha spiegato il presidente dei senatori M5S Vito Petrocelli, che prima di uscire dall'aula, ha indossato, come gli altri senatori grillini, un bavaglio in segno di protesta.

"Faremo muro contro questa maggioranza schifosa", ha detto il presidente dei senatori M5S che, accompagnato dai 40 senatori del gruppo, ha parlato ai giornalisti nella sala Maccari, annunciando che i pentastellati non parteciperanno "ai lavori d'aula sul ddl" ma "non è un Aventino" perché "lavoreremo in commissione sui provvedimenti che interessano la gente". "Il ministro Boschi non può dire che era disponibile. Ci ha chiamato dopo le 16", come dire fuori tempo massimo, ha poi aggiunto.

La senatrice M5S Paola Taverna si è scatenata in aula contro il modo di procedere nei lavori. "Se questo è espressione di cosa significa essere senatori della Repubblica - ha detto - allora sono fiera di essere semplice 'cittadina'", alla luce delle "maledette leggi" che escono dall'aula, tese a "fregare i cittadini".

Il presidente dei senatori del Carroccio Gian Marco Centinaio ha spiegato che i suoi senatori non rientreranno in aula in attesa delle risposte del ministro Boschi dopo l'incontro che c'è stato. Tra i punti proposti dalla Lega, ha spiegato Centinaio, "spicca il nodo referendum, non solo rispetto alla diminuzione delle firme richieste ma anche alla possibilità che ve ne siano di consultivi sui trattati Ue, e su questo la Lega non vede possibili mediazioni". Resta "negativo", inoltre, il giudizio sul modo di condurre i lavori in aula e anche lunedì i leghisti non parteciperanno alla seduta.

La mediazione di Boschi - Nell'ambito delle consultazioni per favorire il clima politico sul ddl riforme, il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi ha visto la presidente dei senatori di Sel, Loredana De Petris, e i senatori della Lega, poi ha avuto un contatto telefonico con il M5S. Sia la Lega sia il M5S hanno però deciso di restare fuori dall'aula.

Sel in aula - E' invece rientrato in Aula Sel. "Finalmente dopo giorni e giorni di muro contro muro e mancanze di risposte sui temi che abbiamo posto con i nostri emendamenti è arrivato un primo segnale di disponibilità non solo da parte dei relatori - ha affermato De Petris - Ma anche, ed è questa la vera novità, da parte del governo a dare risposte nel merito di alcune delle questioni che avevamo posto".

I capigruppo di maggioranza del Senato da Renzi - Matteo Renzi ha ricevuto a Palazzo Chigi i capigruppo di maggioranza del Senato. Il premier ha ribadito che il governo resta sempre disponibile al confronto sulle riforme istituzionali, come spiega chi ha partecipato all'incontro.

Nel pomeriggio, in conferenza stampa a palazzo Chigi, Renzi ha dichiarato: "Io sono molto soddisfatto da questo clima dialogo". ''Apprezziamo il comportamento delle opposizioni nelle ultime ore'', ha sottolineato. "Siamo fiduciosi nel via libera alla prima lettura" del ddl riforme "la settimana prossima", ha aggiunto. "L'ultima parola ce l'avranno i cittadini" con il referendum, ha poi ribadito.

Bianconi al Senato con braccio fasciato - Laura Bianconi, vice presidente vicario dei senatori del Nuovo Centrodestra, è tornata in Aula con il braccio destro fasciato per lo stiramento di un tendine dopo la bagarre di giovedì. "Non ho ancora avuto il coraggio di rivedere quelle immagini - dice a Palazzo Madama - Purtroppo è quello che accade quando il clima diventa elettrico e sovreccitato per un ostruzionismo che non ho mai visto in tanti anni di esperienza parlamentare". Bianconi, comunque, è stata confortata dall'atteggiamento dei colleghi. "Ho ricevuto - specifica all'Adnkronos - telefonate e attestati diretti di vicinanza e solidarietà davvero da tutte le forze politiche, anche dell'opposizione. E' chiaro che sul piano umano i rapporti sono ineccepibili, il problema nasce quando, respingendo la proposta di mediazione Chiti, si è preferito insistere con l'ostruzionismo invece di concentrarsi sugli emendamenti nodali di questa riforma. Che ormai, sia chiaro, è nei fatti".

Grasso: fatti gravi mai più consentiti - Aprendo i lavori il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha riferito che il Consiglio di presidenza ha valutato i "gravi fatti accaduti" giovedì e "deplorato con fermezza atteggiamenti che nel corso dell'esame del ddl di riforma hanno ostacolato e impedito l'ordinato svolgimento dei lavori".

Grasso ha sottolineato che "simili comportamenti non saranno più consentiti", spiegando che il Consiglio "ha verificato che i senatori appartenenti al gruppo della Lega, disattendendo i richiami della presidenza hanno causato disordini, impedendo il prosieguo dell'assemblea. Tali condotte sono inaccettabili per il decoro istituzionale e minano la dignità del Senato".

Inoltre, il Consiglio ha deciso di "incaricare i questori di verificare le responsabilità individuali di chi ha fisicamente impedito agli assistenti parlamentari di dare esecuzione alle direttive del presidente e dei questori", prevedendo anche "le più gravi sanzioni previste dal regolamento". Poi, replicando al senatore della Lega Giacomo Stucchi, Grasso ha messo in chiaro: "Ho tollerato fin troppo, non accetto più allusioni alla conduzione della presidenza, da parte di chiunque".

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