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Giustizia, opposizioni disertano l'incontro sulla riforma. Ci va solo Fi. Orlando: "Nessun accordo segreto"

21 agosto 2014 | 12.16
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M5S all'attacco: "E' la riforma di Berlusconi. Ribrezzo nel constatare che Renzi scende a patti con il Cav. E' evidente a tutti che, dopo il Patto del Nazareno, la lotta alla criminalità e, più in generale, la giustizia penale, siano scivolate all'ultimo posto delle priorità del governo". La replica in un post di Orfini ritwittato da Renzi: "Coi terroristi bisogna interloquire, ma guai a farlo col governo..."

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Le opposizioni, tranne Forza Italia, disertano l'incontro col Guardasigilli Andrea Orlando sulla riforma della Giustizia. Assenti Sel, Lega e Movimento 5Stelle, che già nei giorni scorsi aveva annunciato il forfait e che oggi dal blog di Grillo torna all'attacco con una lettera dei parlamentari pentastellati a Orlando dal titolo eloquente: 'La riforma della giustizia di Berlusconi'.

Il post, in cui i 5 Stelle motivano la loro assenza, è accompagnato da un fotomontaggio: Silvio Berlusconi in doppio petto blu ammanettato dietro le sbarre. I 5 Stelle 'bacchettano' il ministro, rimproverandogli di non aver risposto alla mail in cui chiedevano, "prima dell'incontro, di conoscere più dettagliatamente i contenuti dello stesso, giacché non siamo disponibili a una chiacchierata ferragostana sul più ed il meno".

"Siamo contrari agli incontri 'di facciata' al chiuso delle stanze - incalzano i grillini - riteniamo che in Italia la Giustizia necessiti di un impegno serio e trasparente". Dunque snocciolano quelle che i 5 Stelle considerano le priorità, da "una vera legge anticorruzione" a "una norma che riveda il sistema della prescrizione penale"; ma anche una "seria riforma della giustizia civile" e la riorganizzazione del lavoro nei tribunali. Segue poi l'affondo: "Il presidente Renzi ormai parla soltanto di giustizia civile: proviamo un senso di ribrezzo nel constatare che un presidente del Consiglio possa ancora scendere a patti con Berlusconi sulla giustizia".

Per compiere dei passi decisivi sul fronte della giustizia, "basterebbero 2-3 mesi - scrivono i grillini - e basterebbe, innanzitutto, la volontà politica di farlo. Noi questa disponibilità l'abbiamo data sin dal giugno 2013, nel silenzio del suo partito e dei suoi governi. E' evidente a tutti che, dopo il Patto del Nazareno, la lotta alla criminalità e, più in generale, la giustizia penale, siano scivolate all'ultimo posto delle priorità del governo. Si parla di responsabilità dei giudici, ma non crede che in Italia dovremmo cominciare a sanzionare seriamente le responsabilità dei criminali, anche se politici?"

"Ministro Orlando - concludono i 5 Stelle - è finito il tempo delle chiacchiere e degli slogan usando le slides. E' arrivato il momento dei fatti. Quando il suo governo avrà le idee chiare ce lo faccia sapere".

Al no dei 5 Stelle replica il presidente dell'Assemblea nazionale del Pd, Matteo Orfini: "I grillini rifiutano il confronto sulla riforma della giustizia... Coi terroristi bisogna interloquire, ma guai a farlo col governo...". A stretto giro di posta il 'cinguettio' al vetriolo di Orfini viene ritwittato dal premier Matteo Renzi.

E dal canto suo il ministro Orlando, replicando alle accuse dei grillini assicura che sulla riforma della giustizia "non si tratta di fare accordi più o meno segreti con nessuno".

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