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Di Battista torna alla carica: "Foley vittima dell'imperialismo Usa"

22 agosto 2014 | 14.46
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Dopo il contestato intervento sulla necessità di dare un riconoscimento politico all'Isis, il deputato cinquestelle torna a commentare le vicende irachene. Becchi (M5S): "Armi ai curdi? Non lamentiamoci se tagliano gola a italiane". Critiche bipartisan: "Parole disgustose". Ma Grillo difende il suo parlamentare: "Contro di noi campagna schifosa dell'ebetino Renzi"

Alessandro Di Battista (Foto Infophoto) - INFOPHOTO
Alessandro Di Battista (Foto Infophoto) - INFOPHOTO

Le radici dell'atroce morte di James Foley, affondano nella violenza subita dai prigionieri di Abu Ghraib e Guantanamo. Dopo il contestato intervento sulla necessità di dare un riconoscimento politico all'Isis, Alessandro Di Battista torna a commentare su Facebook le vicende irachene.

"A quel poveretto -scrive il deputato cinquestelle parlando dell'esecuzione di Foley- gli hanno messo addosso un divisa simile a quella indossata dai prigionieri a Guantanamo. Io penso che la violenza indecente, barbara, inaccettabile che ha subito quel ragazzo sia, in parte, figlia della violenza indecente, barbara, inaccettabile subita dai detenuti nel carcere di Abu Ghraib".

"Le violenze commesse in quella prigione -osserva il deputato M5S - furono senz'altro figlie di quel desiderio di vendetta che molti americani hanno provato dopo l'indecente, barbaro, inaccettabile attentato alle Torri Gemelle quest'ultimo anche figlio dell'indecente, barbaro, inaccettabile imperialismo nordamericano, l'imperialismo non e' soltanto nordamericano, che ha portato milioni di persone a morire di fame".

"Ho ricevuto ogni genere di insulto in questi giorni. 'Terrorista', 'assassino', 'soggetto pericoloso per la societa''. Un giornale -ricorda Di Batista- ha anche scritto che avrei intenzione di farmi esplodere in una metro. Il tutto per aver espresso delle idee, riportato dei fatti e provato a 'capire', un atto che rivendico con tutto me stesso. Mi domando cosa possa succedere se dovessi mai compiere - ragiona per paradosso - uno di quei reati tanto cari ad esponenti di quei partiti che i giornali che mi hanno infangato portano sul palmo della mano. Qualcuno, in rete, mi ha anche augurato di fare la fine di quel povero reporter americano".

"Si potrebbe continuare all'infinito -scrive ancora Di Battista - ma serve a qualcosa? Ha qualche utilità sapere 'chi ha sparato per primo'? Ho provato a mettere in discussione il pensiero dominante. In tanti hanno letto quel che ho scritto (la 'macchina del fango' almeno a qualcosa serve) e di questo sono contento altri si sono fermati a una frase letta su qualche giornale. A questi ultimi consiglio di leggere tutto quello che ho scritto nella sua interezza. Il pensiero dominante ha scelto di contrastare il terrorismo in modo totalmente fallimentare e questo e' un fatto".

"Dopo l'11 settembre 2001 si e' scelta una strada. Si sono inseriti concetti nuovi: 'guerra giusta', 'bombe intelligenti', 'guerra preventiva', 'esportazione di democrazia'. E' possibile mettere in discussione tutto questo? E' possibile - domanda - affermare che le orrende violenze commesse in questi giorni dall'ISIS siano collegate a quel che e' accaduto negli ultimi anni in Medio Oriente? Ci sono paesi, come quelli dell'Alba che, al netto di tutti i loro difetti e limiti, stanno introducendo nuove visioni di sviluppo. Perché non chiedere a loro idee e proposte per gestire la crisi mediorientale, una crisi che non riguarda certamente soltanto l'Iraq? Vi sembra davvero sensato obbedire, ancora una volta, a Washington nonostante non ne abbia fatta una giusta?".

"Armare porta alla guerra e, come scrisse Terzani, 'non c'e' mai stata una guerra che ha messo fine alle guerre'. Questi giorni mi hanno insegnato due cose molto importanti. La prima e' che non basta certo una strumentalizzazione becera a farmi smettere di impegnarmi a fondo in quello in cui credo. La seconda e' che fare quel che si ritiene giusto al posto di quel che conviene ti fa vivere sostanzialmente male ma sostanzialmente ti fa sentire vivo. A riveder le stelle", conclude Di Battista.

BECCHI (M5S): "ARMI AI CURDI? NON LAMENTIAMOCI SE TAGLIANO LA GOLA ALLE DUE ITALIANE" - Fa discutere la Rete intanto anche la riflessione che Paolo Becchi, studioso considerato vicino al M5S, ha affidato ieri in serata al suo account Twitter in relazione alla vicenda di Vanessa e Greta, le due volontarie italiane rapite in Siria: "Armi ai curdi, poi però non lamentiamoci se alle due italiane, attualmente in mano all'Isis, venga tagliata la gola".

Oggi il docente considerato a fasi alterne ideologo del M5S ha rincarato: "Armi di distrazione di massa. Quando cominci a capire che il nemico 'interno' può diventare pericoloso è meglio costruirsene uno 'esterno'".

Non si fanno attendere le parole di condanna per quanto affermato da Di Battista. "Al delirio grillino non c'è mai fine - afferma, in una nota, Stefano Pedica del Pd -. Prima di lanciarsi in sgangherate analisi di politica internazionale, Di Battista dovrebbe imparare a pesare di piu' le parole, ricordandosi che per errore e' stato eletto anche deputato. Forse l'esuberante grillino intende intavolare una discussione con i terroristi sul tetto di Montecitorio? I cinque stelle continuino pure a loro a fare i loro show ma per piacere lascino stare le guerre e rispettino almeno le migliaia di vittime innocenti del terrorismo".

E l'euruparlamentare di Forza Italia, Lara Comi, attacca: "Chiedere scusa non basta più: Di Battista prenda atto delle sue dichiarazioni scellerate e si dimetta".

A difendere gli esponenti 5 Stelle però interviene lo stesso leader5 del movimento, Beppe Grillo, che denuncia "una campagna stampa contro il M5S vergognosa: siamo a favore del terrorismo, dialoghiamo con i terroristi e non con il governo... Queste sono schifezze del nostro ebetino presidente del consiglio". Renzi "si permette anche di dire che noi abbiamo attinenze con il terrorismo: io vedrò se ci sono gli estremi per chiedergli i danni in nome mio e del popolo italiano" avverte Grillo.

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