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Riecco Renzi rottamatore: "Togliere il Paese ai soliti noti, serve aria nuova"

23 agosto 2014 | 12.20
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Il premier a tutto campo in un'intervista al settimanale Tempi: "L'Italia tornerà a guidare l'Europa ma è necessario lo spirito del maratoneta". E sulla scuola annuncia: "Si lavora alla riforma, il 29 agosto vi stupirò".

Matteo Renzi (Infophoto) - INFOPHOTO
Matteo Renzi (Infophoto) - INFOPHOTO

Matteo Renzi torna rottamatore. E in un'intervista a tutto campo rilasciata al settimanale Tempi (verrà pubblicata integralmente sul numero del settimanale in edicola settimana prossima), dichiara: "Io vedo l'Italia che ci sarà tra dieci anni e sono certo che torneremo ad essere la guida in Europa". Secondo il premier occorre "passare dalla logica del piagnisteo a quella della proposta. E toglierebbe il paese dalle mani dei soliti noti, quelli che vanno in tutti i salotti buoni a concludere gli affari di un capitalismo di relazione ormai trito e ritrito. Questa è la rivoluzione culturale che serve all'Italia: spalancare le finestre e fare entrare aria nuova".

Renzi si sofferma sui "Millegiorni" che "sono proprio la traduzione concreta di questo progetto per l'Italia. Sono i tre anni di cui l'Italia ha bisogno per una strategia globale che la renda tanto semplice quanto solida". Elenca quindi i prossimi obiettivi: riforme costituzionali e legge elettorale; riportare l'Italia sullo scenario internazionale; la nuova Pubblica amministrazione; spending review. E poi riforma del lavoro, del fisco, del Terzo settore, della giustizia e lo 'Sblocca Italia', "un provvedimento ambizioso per mobilitare 43 miliardi di risorse già disponibili e che si occuperà anche di efficienza energetica, reti digitali e semplificazioni burocratiche".

"Tutt'altro che una serie di annunci spot", assicura. "Del resto in questa estate l'Italia vince nella maratona, nel fondo a nuoto: ci vuole lo spirito del maratoneta. Chiarezza sull'obiettivo finale e passo dopo passo si va avanti a viso aperto. Alla fine di questo percorso sono certo che l'Italia, grazie alle straordinarie qualità dei suoi cittadini, tornerà ad essere la guida, non il problema, dell'Europa".

Gli 80 euro e le critiche. "Vedo che ancora c'è chi ritiene che gli 80 euro mensili e per sempre a 11 milioni di persone non siano utili. Così come chi dice che tagliare l'Irap del 10% alle imprese è troppo poco. Il solito vizio italiano", dice Renzi. Che aggiunge, orgoglioso: "Certo, si può sempre fare di più ma noi siamo i primi ad aver fatto il più imponente taglio strutturale delle tasse e la più grande operazione di redistribuzione della ricchezza da decenni e che sarà confermata anche nei prossimi anni. E spero allargata".

Scuola. "Sulla scuola stiamo lavorando, e seriamente, con il ministro Giannini e con la sua squadra. E il 29 agosto presenteremo una riforma complessiva - assicura - che, a differenza di altre occasioni, intende andare in direzione dei ragazzi, delle famiglie e del personale docente che è la negletta spina dorsale del nostro sistema educativo. Il 29 agosto vi stupirò".

Omofobia. "Il ddl Scalfarotto", sostiene Renzi, sull'omofobia "non minaccia la libertà di parola. Ivan è stato duramente contestato anche da parte del suo mondo proprio per questo".

Europa. "Noi manteniamo l'obiettivo del 3%. E ciò accadrà anche se altri fossero costretti ad allontanarvisi", assicura il premier. "Tutto il resto mi pare forzato e prematuro. Quando poi sento parlare di aiuto esterno mi scappa da ridere. L'Italia dà all'Europa più soldi di quelli che l'Europa dà all'Italia. E nel Fondo Salvastati noi abbiamo messo soldi che altri hanno preso. Solo l'atavica volontà di parte della classe dirigente italiana impedisce di prendere atto di una realtà: noi stiamo aiutando l'Europa, non è l'Europa che aiuta noi".

Medio Oriente. "Sono molto preoccupato per la situazione in Libia" e nel Medio Oriente, dichiara il premier. "La questione è drammatica in molte zone non lontane da noi - osserva il presidente del Consiglio - Non si tratta di pensare a come ogni singolo Stato possa da solo mettere in campo iniziative. Quel tempo è finito. Queste sono sfide che o l'Europa è in grado di affrontare o l'Europa non è. Dai fenomeni migratori, all'esodo di profughi e rifugiati, alle persecuzioni per motivi religiosi, qui si parrà la nobilitate dell'Europa, il suo essere protagonista nel mondo globale".

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