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Pd nella bufera in Emilia. Indagati per 'spese pazze' i candidati alle primarie

09 settembre 2014 | 17.08
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Il parlamentare Matteo Richetti e il segretario regionale dem Stefano Bonaccini sono accusati di peculato. Ma se il primo ha ritirato la candidatura, l'altro sembra intenzionato ad andare avanti nella corsa per scegliere il candidato alla presidenza della Regione Emilia Romagna, dopo le dimissioni di Errani'

Matteo Richetti (dal suo profilo FB)
Matteo Richetti (dal suo profilo FB)

Prima il parlamentare Matteo Richetti, poi anche il segretario regionale dem Stefano Bonaccini. Pd nella bufera in Emilia Romagna, dove la Procura di Bologna ha indagato per peculato, nell'inchiesta sulle 'spese pazze' dei gruppi consiliari in Regione, i candidati alle primarie dem per la scelta del candidato alla presidenza della Regione, dopo le dimissioni di Vasco Errani.

In mattinata Richetti ha deciso di ritirare la sua candidatura alle primarie mentre Bonaccini sarebbe orientato a proseguire nella corsa per le primarie in vista delle regionali.

Per il parlamentare dem, però, non c'è alcun collegamento tra il suo passo indietro e l'indagine per peculato. Per Richetti la scelta di non candidarsi è una ''decisione sofferta'' fatta in nome dell'''unità'' del partito, perché ''ora non è il momento delle divisioni, il nostro Paese e la nostra regione non possono permetterselo''. "L'unità è un valore che non va solo dichiarato, ma anche praticato - scrive su FB - Per me, in politica, è un valore importante, così come lo è trovare un punto di sintesi, di lavoro insieme. Per questo non metterò in campo la mia candidatura. Decisione sofferta e meditata, ma credo sia nell'interesse dell'Emilia Romagna e del Pd ".

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