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Consulta, niente da fare: ancora fumata nera per Catricalà e Violante

11 settembre 2014 | 12.55
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Alla Camera seduta congiunta per eleggere i due giudici della Corte Costituzionale e sei componenti del Csm. Niente quorum per l'ex sottosegretario del governo Monti e l'esponente Pd, nonostante l'appoggio di Forza Italia. Grillo attacca: "Ennesima spartizione Pd-Fi". Prossima votazione lunedì

  Antonio Catricalà (Adnkronos)
Antonio Catricalà (Adnkronos)

Ancora una fumata nera alla Camera, dove in seduta congiunta senatori e deputati hanno tentato nuovamente di eleggere i due giudici della Corte Costituzionale. Né Luciano Violante né Antonio Catricalà avrebbero raggiunto il quorum per essere eletti giudici della Consulta. E' questa la voce che circola in Transatlantico, mentre lo scrutino della decima votazione è in dirittura d'arrivo. Secondo quanto si è appreso Luciano Violante avrebbe ottenuto 468 voti, Antonio Catricalà 368 (rispetto ai 64 di ieri) e Donato Bruno 120. Il quorum, però, è di 570 voti.

La nuova seduta del Parlamento in seduta comune per proseguire nell'elezione dei componenti di Csm e Consulta potrebbe tenersi lunedì. E' questo almeno il parere della maggioranza dei gruppi parlamentari espresso nel corso dell'informale conferenza dei capigruppo di Camera e Senato a Montecitorio, alla presenza delle vice presidenti Marina Sereni e Valeria Fedeli. Saranno loro a riferire ai presidenti Laura Boldrini e Pietro Grasso, impegnati in missione ufficiale a Oslo, l'esito della riunione, e la decisione finale spetterà a loro. Quel che è certo è che non ci sarà una seduta comune martedì, perché alla Camera e poi al Senato è atteso il premier Matteo Renzi per l'illustrazione del programma dei Millegiorni.

Oggi niente da fare dunque nonostante in mattinata la fumata bianca su Catricalà-Violante sembrasse vicina. Forza Italia, infatti, aveva dato una precisa indicazione di voto ai propri parlamentari sull'ex sottosegretario del governo Monti. ''La nostra indicazione è molto chiara: Catricalà e Violante'' per la Consulta, aveva detto il capogruppo Renato Brunetta, mettendo però le mani avanti. ''Le assemblee, soprattutto quando congiunte e formate da circa mille partecipanti, sono degli animali molto complicati. Quindi bisogna entrare nella testa di mille persone, sono mille rappresentanti del popolo, non dimentichiamolo, con intelligenze, interessi, pulsioni totalmente diverse''.

Oltre alla Consulta, restano da eleggere anche sei componenti laici del Csm, dopo i due eletti mercoledì (Giovanni Legnini e Giuseppe Fanfani, entrambi del Pd). Confermate le rose dei candidati: Maria Elisabetta Casellati e Luigi Vitali (Fi), Renato Balduzzi (Sc), Teresa Bene (Pd), Antonio Leone (Ncd) e Nicola Colaianni (M5S).

Accuse cinquestelle - "Per l'elezione dei membri della Corte Costituzionale e del Csm stiamo assistendo all'ennesima spartizione di potere fra Forza Italia e Partito Democratico. Il patto del Nazareno, evidentemente, contiene indicazioni chiare anche sull'occupazione di organi costituzionali, che dovrebbero essere super partes". Si legge in un post del M5S Senato pubblicato sul blog di Beppe Grillo. "Per capirlo basta scorrere la lista dei candidati scritti su un promemoria distribuito ad alcuni parlamentari: si tratta di personaggi già noti per aver occupato poltrone e posti di comando, uomini destinati a perpetuare il vecchio sistema di gestione del potere in mano ai partiti. Il Movimento 5 Stelle anche in questo caso si è distinto: ha chiesto alla Rete e ai cittadini di votare il proprio candidato e il prescelto è stato Alessio Zaccaria, professore dell'università di Verona, figura estranea alla militanza politica: un profilo super partes come dovrebbe essere un membro del Csm".

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