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Direzione nazionale Pd, Renzi nomina la nuova segreteria: 8 donne e 7 uomini

16 settembre 2014 | 18.28
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Il presidente del Consiglio per la gestione unitaria e accogliendo le richieste della minoranza annuncia "direzioni ad hoc su jobs act, scuola e patto di stabilità. Il premier in Parlamento: "'Mille Giorni' ultima chance: o riforme o voto''. Affondo sul lavoro: ''L'attuale sistema va cambiato, ora è ingiusto''. Sulla legge elettorale: "La facciamo subito ma non per andare alle elezioni"

(INFOPHOTO)
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Nuova segretaria di 15 persone: 8 donne e 7 uomini. "Taddei, Amendola, Tonini, De Maria, Fiano, Ermini e Carbone", annuncia Matteo Renzi alla Direzione del Pd. La squadra femminile: "Stefania Covello, Chiara Braga, Micaela Campana, Puglisi, Alessia Rotta, Bonaccorsi, Capozzolo". Mentre "Debora (Serracchiani) e Lorenzo (Guerini) continueranno a fare Albano a Romina, come vengono chiamati da Bonaccini nella chat della segreteria". Così prende il via la gestione unitaria dei democratici con esponenti della minoranza dem.

L'unica componente che resta fuori è quella di Pippo Civati. E già perché anche Beppe Fioroni, benché si sia chiamato fuori, ha una sua 'ex' tra le new entry della segreteria: si tratta della deputata calabrese Covello, ex-Ppi ma avvicinatasi a Renzi già da tempo. Tra i nuovi innesti i 'renziani' sono i più numerosi. A partire da Ermini, toscano, con Renzi dai tempi della provincia di Firenze. Quindi Carbone (già ulivista), Tonini (già veltroniano) e tra le donne Bonaccorsi, Rotta, Capozzolo. Per quanto riguarda Area dem di Dario Franceschini oltre alla confermata Braga approdano in segreteria Puglisi e Fiano. Dalle minoranze arrivano per Area riformista (la componente che fa riferimento a Roberto Speranza) Campana e Amendola, per l'area Cuperlo c'è De Maria e dai Giovani Turchi del presidente dell'assemblea Matteo Orfini arriva Parisi.

E un segnale di apertura alla minoranza da Renzi arriva subito: c'è stata la richiesta "di una direzione ad hoc su jobs act e legge di stabilità. Mi pare una buona idea", dice al suo arrivo in Direzione. Si potrebbe fare, aggiunge, "nella settimana tra il 29 settembre e il 3 ottobre". Il premier avverte che "la riforma del lavoro non si sintetizzerà solo nella discussione su art. 18 sì o no, discussione che va fatta. Ma dovrà avere un primo pacchetto di interventi sugli ammortizzatori sociali, e allora hai bisogno di più denari". Anche sulla scuola Renzi propone una direzione ad hoc "al termine della campagna di ascolto". "Quella di ieri non è stata una passerella", chiarisce, ma il modo di "dire ad alunni, insegnanti, famiglie che abbiamo bisogno di loro per la riforma". Sulla scuola "serve uno sforzo in più sul piano della comunicazione: è inutile fare i file excel con i dati, servirebbero più selfie nei cantieri per far vedere come procedono i lavori".

Quindi il presidente del Consiglio chiede un'accelerazione sui risultati da portare a casa. "Credo sia arrivato il momento prendere atto di una considerazione evidente: o facciamo adesso un salto di qualità nel cronoprogramma oppure rischiamo di perdere una straordinaria aspettativa che hanno nei nostri confronti cittadini. Al Pd spetta reggere l'urto della speranza". Perché, ricorda Renzi, "è fondamentale andare avanti con quello che abbiamo promesso alle primarie e che per il governo è fondamentale: il 41% non è per sempre, è volubile, se ne va e noi non possiamo permetterlo. Da parte mia c'è piena consapevolezza di un impegno con i cittadini".

In tema di spending review Renzi ha chiarito che "parliamo di revisione della spesa, non necessariamente di taglio. Non c'è niente di male in un taglio 'tout court', ma nel momento in cui c'è una situazione che ci circonda di particolare difficoltà macro economica una parte di quei denari vanno a riduzione della pressione fiscale con gli 80 euro o con il 10% di Irap che dovremmo allargare almeno in una delle due direzioni", ha spiegato.

Prima dell'inizio della segreteria unitaria la minoranza Pd si era fatta sentire: "Non userei il termine compatta né unitaria, direi plurale", aveva puntualizzato Gianni Cuperlo arrivando al Nazareno.

Trovare un accordo non è stato facile: un lungo braccio di ferro in cui i meno duttili all'idea dell'ingresso nella segreteria Renzi sarebbero stati i big della minoranza. Vedi le perplessità espresse pubblicamente da Pier Luigi Bersani. O dall'ex Ppi Beppe Fioroni, che ha precisato di preferire il ruolo di chi sta 'fuori dal coro'.

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