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Renzi: "Mille giorni ultima chance: o riforme o voto''

16 settembre 2014 | 10.38
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Il presidente del Consiglio prima alla Camera, poi al Senato: "Rimetteremo in pista l'Italia". Affondo sul lavoro: ''Il sistema va cambiato, ora è ingiusto''. Sulla legge elettorale: "La facciamo subito ma non per andare alle elezioni". La Lega protesta tra striscioni e gelati, anche Calderoli mangia il cono (FOTO)

Matteo Renzi (Flickr/Palazzo Chigi)
Matteo Renzi (Flickr/Palazzo Chigi)

"Al termine di questo percorso dei mille giorni riusciremo non soltanto a capovolgere la storia di questa legislatura, ma a rimettere in pista l'Italia". Prima alla Camera, poi al Senato il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha illustrato il programma dei 1000 giorni. "Qualcuno - ha detto - ha dipinto la scelta dei mille giorni come un tentativo di dilazionare, di perdere tempo, una lettura grottesca e ridicola. Siamo assolutamente convinti che mille giorni sono l'ultima chance per recuperare il tempo perduto: abbiamo l'ultima chance, se la perdiamo perde l'Italia non il governo".

Riforme al centro del doppio intervento alle Camere, perché, ha messo in chiaro, se ''questo Parlamento non è capace'' di fare le ''riforme necessarie'', ''di modificare le cose che non sono andate negli anni scorsi'' non ci resta che il voto. Dalla legge elettorale alla giustizia, dalla scuola (''perché saranno tutte inutili se non ci sarà quella del sistema educativo'') fino al lavoro. ''Non è pensabile difendere questo sistema del diritto del lavoro - ha scandito nell'aula di Palazzo Madama - Va radicalmente cambiato perché ora è ingiusto e iniquo'', bisogna "garantire forme di tutela univoche e identiche" e occorre "farlo in tempi strettissimi. Nessuna discussione ideologica può fermare quella che oggi è una priorità''.

Quindi la chiusura all'insegna della sfida. ''Nelle lettere e negli inviti che ricevo c'è una gigantesca domanda di politica: finalmente si può fare ciò che si deve fare. Tocca a noi, se al termine dei mille giorni avremo fallito la responsabilità sarà nostra, altrimenti sarà l'Italia ad avere successo".

Legislatura fino al 2018 - "Vi proponiamo - ha proseguito Renzi - di utilizzare come scadenza della legislatura la scadenza naturale, febbraio 2018. Non abbiamo paura di confrontarci con gli italiani, penso che lo abbiamo dimostrato in varie circostanze, ma prima degli interessi di parte vengono gli interessi del Paese". "Sono disponibile a correre il rischio di perdere le elezioni ma non a perdere tempo", ha affermato il presidente del Consiglio.

Legge elettorale - Renzi ha poi assicurato che la legge elettorale "molto prima" della scadenza dei mille giorni " non sarà quella di adesso". "Vogliamo togliere alibi a chiunque, ma subito. Vogliamo fare la legge elettorale subito ma non per andare a elezioni, smentiremmo i mille giorni. Ma perché - ha spiegato - l'ennesima melina istituzionale suonerebbe come un affronto a ciò che è stato detto in questi mesi e sarebbe uno schiaffo alla dignità di una classe politica che si dimostrerebbe incapace di trovare soluzioni".

Riforme - Con l'intervento su Senato e Province è stata compiuta "la più grande riduzione di ceto politico mai realizzata da una democrazia occidentale", ha detto Renzi, per il quale i senatori "hanno dimostrato che il tempo delle rendite è finito per tutti". "Le riforme o si fanno tutte insieme o non si porta a casa il cambiamento, non si esce con il passo della tartaruga da 20 anni di stagnazione", ha sottolineato il premier.

Crisi - Parlando della crisi, il premier ha detto: "L'Italia ha interrotto la caduta ma questo non basta, non è sufficiente. I numeri non sono più devastanti, ma abbiamo bisogno di ripartire e tornare a crescere".

"Tra i professionisti della tartina e l'Italia che si sveglia la mattina presto e si spezza la schiena, noi stiamo con chi si spezza la schiena, con l'Italia che ci chiede di non rassegnarci alla rassegnazione", ha detto Renzi.

Lavoro - Al termine dei mille giorni "il diritto del lavoro non potrà essere quello di oggi", ha affermato il presidente del Consiglio."Questo - ha sottolineato - è un mondo del lavoro basato sull'apartheid". "Rispetteremo il lavoro del Parlamento, ma siamo pronti ad intervenire anche con misura di urgenza", ha assicurato. Il premier ha quindi annunciato lo stanziamento nella legge di stabilità di risorse per gli ammortizzatori sociali, "riducendo il numero e le dimensioni".

Riforma della giustizia - Sulla giustizia Renzi ha dichiarato che la riforma "deve cancellare il violento scontro ideologico del passato". Renzi ha ricordato come il suo governo sia stato il primo "a dire a viso aperto" di non accettare "che uno strumento a difesa dell'indagato, l'avviso di garanzia, possa costituire un vulnus all'esperienza politica o imprenditoriale di una persona". "Non è la sospensione delle ferie del magistrato il problema - ha affermato ancora il premier riferendosi alla riforma - ma non c'è nessuno qui fuori che pensi che sia giusto che ci siano 45 giorni di sospensione feriale".

Nomina Mogherini - Il premier si poi è detto "sconvolto e stupito" dal dibattito che ha accompagnato la nomina di Federica Mogherini in Europa, "perché mai come in questo momento viviamo una crisi senza precedenti" e "la politica estera è un elemento costitutivo di scelte concrete di politica della migrazione, di crescita economica e della stessa identità del Paese e dell'Ue".

Caso Eni - Sulla vicenda Eni, Renzi ha dichiarato: "Aspettiamo le indagini e rispettiamo le sentenze ma non consentiamo a uno scoop di mettere in crisi dei posti di lavoro o a un avviso di garanzia citofonato sui giornali di cambiare la politica aziendale di un Paese".

REPLICA ANM - Parole a cui ha replicato subito l'Associazione nazionale magistrati. ''Va respinta con forza l'idea che la magistratura voglia interferire nelle politiche aziendali. Nessuno mette in dubbio che queste siano di competenza dei dirigenti delle aziende stesse'', ha detto il presidente Anm, Rodolfo Sabelli. ''L'iscrizione nel registro delle notizie di reato, così come l'informazione di garanzia - spiega Sabelli - sono atti obbligatori previsti proprio a garanzia dell'indagato e, va chiarito, non sono in alcun modo sentenze preventive''. Ma, sottolinea il presidente Anm, ''la magistratura con i propri atti non determina né interferenze né strumentalizzazioni. E' un'idea che rifiutiamo con fermezza".

Coppie di fatto - Sulle coppie di fatto, Renzi ha dichiarato: "Vorrei che gli impegni fossero chiari: al termine dei mille giorni ci sarà una legge sui diritti civili perché non è pensabile che questo tema sia oggetto di discussione politica".

Il Paese, ha detto infine Renzi, chiede "una classe politica che pensa all'Italia e non si limita alle polemiche autoreferenziali. Negli ultimi tempi ci siamo guardati allo specchio, ora è il momento di aprire la finestra e guardare fuori, cogliere il messaggio degli italiani: nei prossimi tre anni lavoriamo a provvedimenti concreti, poi nello scontro elettorale si vedrà chi avrà più consenso".

Standing ovation del Pd e proteste della Lega - Alla Camera Renzi ha parlato per 45 minuti incassando una dozzina di battimani, un paio anche bipartisan, soprattutto nel passaggio sulla riforma della giustizia. Al termine, standing ovation dei deputati del Pd e proteste della Lega in Aula. Alcuni deputati del Carroccio hanno estratto da sotto lo scranno dei vessilli gialli e rossi con il leone di San Marco, del Veneto. Altri hanno esposto dei cartelli con la scritta 'Il futuro del Veneto nelle mani dei veneti'. Mentre al Senato la protesta del Carroccio è stata all'insegna del cono gelato. /FOTO

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