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Lavoro, Uil apre alle modifiche sull'art. 18: ''Ma solo per i neoassunti''

21 settembre 2014 | 10.53
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La riforma resta il tema caldo del dibattito. Il segretario Angeletti: ''Tutele acquisite non si toccano''. Il ministro Poletti: ''Pronti al confronto. La legge delega non è un provvedimento blindato ma se tempi lunghi pronti al decreto''. Squinzi: ''Art. 18? Aboliamolo''. Renzi avverte minoranza Pd: ''Cascate male! Ho preso il 41% per cambiare davvero''

Giorgio Squinzi e Giuliano Poletti (foto Infophoto)   - INFOPHOTO
Giorgio Squinzi e Giuliano Poletti (foto Infophoto) - INFOPHOTO

Solo per i neoassunti e senza toccare le tutele acquisite. Sono i paletti messi dalla Uil sulla possibile modifica dell'articolo 18, nodo che sta infiammando il dibattito sulla riforma del lavoro, su cui il governo di Matteo Renzi non ha alcuna intenzione di arretrare. "Le forme di tutele che già ci sono, che sono oggi acquisite, non si toccano", se poi "si vuole provare ad introdurre nel jobs act un nuovo tipo di contratto a tempo indeterminato con un sistema diverso riguardo i licenziamenti illegittimi che riguardi le persone oggi disoccupate e possa, quindi, allargare la platea degli assunti, allora siamo disposti a discuterne", dice il leader della Uil, Luigi Angeletti.

SQUINZI - Pochi dubbi e niente tormenti sull'art. 18 dalle parti di Confindustria. "Sono favorevole a eliminare l'art. 18" ormai è un ''mantra che in tutto il mondo ci addossano come paese", dice il presidente degli industriali Giorgio Squinzi, intervistato di Maria Latella, su SkyTg24. "Parlando in tutto il mondo ci dicono che in Italia non si può investire perché c'è l'articolo 18 e quando assumi un dipendente è per la vita".

POLETTI - Dalle colonne di 'Repubblica' il ministro del Lavoro Giuliano Poletti cerca di smorzare i toni perché, dice, ormai la ''discussione è un po' sopra le righe''. Sulla riforma del mercato del lavoro e sull'articolo 18 siamo pronti al ''confronto'', la ''discussione è aperta'', la ''legge delega non è un provvedimento blindato'' a meno che le modifiche non stravolgano l'impianto, in quel caso il ''governo è pronto al decreto''.

''La legge delega non è un provvedimento blindato - afferma Poletti - Sarebbe assai strano che il governo non accettasse modifiche dal Parlamento a cui chiede una delega legislativa. Certo le eventuali modifiche non dovranno stravolgere l’impianto della delega presentata dal governo ed avere il consenso della maggioranza''. Detto questo, però, Renzi è stato chiaro: se i ''tempi di approvazione della delega dovessero dilatarsi il governo è pronto a ricorrere al decreto''

Il titolare del Lavoro si dice d'accordo con l'invito della Cgil a smetterla con gli insulti e aprire un confronto. ''Sottoscrivo totalmente questa dichiarazione. Gli insulti non servono mai e sono d’accordo che serva un confronto''. Ma Poletti non si nasconde che il terreno di scontro sia il mancato reintegro in caso di licenziamento ingiusto. ''La discussione è aperta. Questo è il nodo politico. Vedremo quale posizione emergerà anche dal dibattito alla prossima Direzione del Pd''.

Dal Pd, dove il clima è più teso che mai all'indomani dell'affondo di Renzi contro la ''vecchia guardia'', il presidente del partito Matteo Orfini invita ad abbassare i toni, mettendo l'accento sull'apertura al confronto fatta dal ministro del Lavoro. ''Bene Poletti - twitta - che conferma disponibilità a modificare il jobs act. Se abbassassimo i toni e entrassimo nel merito?''.

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