"Ogni giorno Renzi indica nemici perché è in grave difficoltà sulla legge di stabilità e deve parlare d'altro. Ma così fa precipitare tutto. E il rischio del voto in primavera si fa concreto''. Lo dice in un'intervista al "Fatto" il deputato del Pd, Stefano Fassina. "Sto leggendo articoli ed editoriali imbarazzanti. Gli investitori stranieri -osserva l'ex vice ministro dell'Economia ridimensionando uno degli argomenti utilizzati da Renzi e dal governo- rimangono lontani per l'assenza di domanda o per altri problemi cronici come la corruzione, la pressione fiscale e i tempi troppo lunghi della giustizia. L'articolo 18 non c'entra nulla".
Il ricorso al decreto, minacciato dal ministro Poletti. ''è un modo singolare di affrontare i problemi. Del resto Renzi ha riunito la direzione solo dopo il voto della commissione del Lavoro in Senato sul jobs act. Prima il capo decide, poi fa la riunione in streaming per farsi acclamare". "Il governo è in grande affanno, perché non ha ottenuto nulla da Bruxelles". Renzi insiste tanto sull'abolizione dell'articolo 18 "proprio per le sue difficoltà con l'Europa. Il governo è subalterno all'agenda liberista di Bruxelles. E vuole scambiare qualche margine di azione in più sulla legge di stabilità con interventi sul lavoro".
"E comunque se Renzi vuole rilanciare il Paese, intervenga per decreto sul falso in bilancio e sull'autoriciclaggio. Certo, avrà più problemi con Forza Italia...". Il ddl sulla corruzione, fa notare Fassina, "è bloccato da mesi". Il premier, forse, sta pensando di giocarsi la carta delle elezioni. "Se cercasse ancora lo scontro, vorrebbe dire che non è più astratta la possibilità di far precipitare tutto verso le urne".
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