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Lavoro, Renzi: "La riforma la facciamo comunque, è questione di giorni"

30 settembre 2014 | 19.19
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Il premier: "Cgil in piazza? E noi alla Leopolda. Ho grande rispetto per i sindacati ma andiamo avanti". E rilancia il Tfr in busta paga. Su D'Alema: "Tutte le volte che parla guadagno un punto nei sondaggi". Camusso: "Un Paese normale decide confrontandosi, non lo siamo"

 (Infophoto)
(Infophoto)

"Quando la Cgil sarà in piazza, mi pare abbiano detto il 25 ottobre, noi saremo a fare la Leopolda. Ci hanno anche risolto il problema di chi fa la manifestazione contro". Matteo Renzi in un'intervista a Ballarò anticipata da Rainews24 torna a parlare della riforma del lavoro e ribadisce: "Ho grande rispetto per i sindacati ma noi andiamo avanti". E incalza: ''Dove erano negli anni in cui i diritti dei ragazzi venivano cancellati?".

"E' normale - dice il segretario del Pd - che adesso noi la riforma del mercato del lavoro la facciamo comunque, anzi, a maggior ragione dopo che c'è stato un bellissimo dibattito nella riunione di direzione del Pd".

"Ieri la discussione è stata bella anche per quelli che non erano d'accordo. Abbiamo votato, ora la riforma del lavoro è questione di giorni, non è più di anni come in passato - prosegue - La cosa che a me più colpisce sono quelli che dicono che non dobbiamo fare niente, che dobbiamo restare come siamo. A me sembra che perdano una grande occasione''.

Il premier rilancia poi il Tfr in busta paga: "Ne stiamo parlando, ne discuteremo nei prossimi giorni. Anziché tenere i soldi da parte alla fine del lavoro te li do tutti i mesi. Significa, per uno che guadagna 1.300 euro, un altro centinaio di euro al mese che uniti agli 80 euro inizia a fare una bella dote. Se recuperi 180 euro, nel giro di un anno vuol dire che inizi ad avere un potere d'acquisto maggiore".

"Il Tfr così com'è c'è solo in Italia - spiega - se lo diamo in busta paga ci sono problemi di liquidità per le piccole imprese, mentre le grandi ce la fanno. Stiamo pensando di dare i soldi che arrivano dalla Bce alle piccole imprese per i lavoratori".

Poi una battuta su D'Alema: "Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo: tutte le volte che parla guadagno un punto nei sondaggi". "Grande stima e rispetto per D'Alema però per piacere evitiamo di continuare con le polemiche e con le assurdità. Con Berlusconi abbiamo fatto un patto per la legge elettorale e per la riforma della Costituzione perché le riforme si scrivono tutti insieme. Poi stiamo governando noi che, con tutti i nostri limiti, siamo un partito che sta cercando di cambiare l'Italia e di fare quelle cose che in 20 anni non sono state fatte", rimarca il presidente del Consiglio.

"Se quando al governo c'era D'Alema avessimo fatto la riforma del lavoro come hanno fatto in Germania o nel Regno Unito non saremmo ora a fare questa discussione'', sottolinea ancora il premier.

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