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Berlusconi avverte i suoi: "Se ci tiriamo indietro le riforme le fanno da soli". Ed è scontro con Fitto

02 ottobre 2014 | 17.28
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Intervento dell'ex premier al comitato di presidenza: "Restiamo all'opposizione. Nessuna rottamazione ma dobbiamo rinnovarci". Scintille con l’ex governatore pugliese contrario a votare un documento senza aprire un dibattito: "Sei figlio della vecchia Dc, se vuoi vattene"

 Silvio Berlusconi (Infophoto) - INFOPHOTO
Silvio Berlusconi (Infophoto) - INFOPHOTO

Il patto del Nazareno non si tocca e nessuno sconto sulla politica economica, a cominciare dalla riforma del lavoro. Durante l'ufficio di presidenza di Fi, Silvio Berlusconi dà la linea politica e avverte il governo Renzi. Il Cav, secondo quanto si apprende da fonti azzurre, avrebbe raccontato di aver avuto dal partito pieni poteri sulla gestione del pacchetto delle riforme, assicurando che rispetterà l'accordo siglato con il Pd. Quando dò la mia parola, la rispetto, e in questo caso ho dato la mia parola, avrebbe spiegato l'ex premier, per questo rispetto il patto e lo porterò avanti.

Da qui l'invito ad andare avanti sulle riforme, dando, però, filo da torcere con un'opposizione netta su tutti gli altri temi e apertura in tempi brevi della stagione congressuale nei Comuni. Chi non condivide e critica la decisione di mantenere fede al patto del Nazareno, avrebbe detto il Cav lanciando un avvertimento alla fronda azzurra interna, dovrebbe fare attenzione ai rischi dei numeri in Parlamento. Siccome noi siamo il 18% al Senato e l'11% alla Camera non abbiamo il potere di influire diversamente e se non siamo coinvolti nella realizzazione delle riforme, c'è il rischio che se le fanno perconto loro.

Nervi tesi all'Ufficio di presidenza - Non tutti però sono stati d'accordo e a palazzo Grazioli, sarebbe andata in scena una nuova puntata del braccio di ferro tra i fedelissimi del Cav e Raffaele Fitto. "C'è stato uno vero e proprio scontro all'arma bianca'', rivela un autorevole esponente azzurro, colpito dai toni sentiti nella sala del 'parlamentino azzurro'. Per Berlusconi, raccontano fonti azzurre, andava messo nero su bianco, infatti, l'impegno a votare la linea politica decisa dal partito durante il Comitato di presidenza. Il documento messo a punto da Berlusconi, che alcuni hanno interpretato come una sorta di 'documento anti-fronde', sarebbe stato messo ai voti per ben due volte. La prima volta il testo avrebbe ottenuto 4 voti contrari, quelli di Raffaele Fitto, Daniele Capezzone, Saverio Romano e Cosimo Latronico. Ma poiché il voto era stato fatto senza aprire un dibattito, molti si sono ribellati e Berlusconi ha concesso il bis. Nella seconda votazione, raccontano alcuni presenti, i contrari sarebbero stati solo Fitto e Capezzone, perché Romano sarebbe uscito dalla sala del parlamentino e Latronico non avrebbe espresso alcuna preferenza.

Scontro con Fitto - La tensione è salita quando l'ex premier, raccontano, si sarebbe rivolto a Fitto che aveva chiesto di parlare nel corso del Comitato di Presidenza. "Tu non deve andare in tv, basta con dichiarazioni che danneggiano il partito e ci fanno calare nei consensi. Si discute dentro FI ma poi ti devi allineare a quello che decide la maggioranza", avrebbe detto Berlusconi in tono molti alterano. Il Cavaliere lo avrebbe interrotto più volte lasciando anche la sua scrivania e dirigendosi verso lo scranno dell'eurodeputato pugliese che rivendicava il fatto di porre questioni politiche. Lo scontro avrebbe assunto i toni di un crescendo rossiniano, quando Fitto è stato accusato di essere un figlio della vecchia Dc. Questo non è un partito alla vecchia maniera, se vuoi puoi andare via e magari poi ci alleiamo, avrebbe avvertito Berlusconi. Pronta la replica dell'ex ministro: Io non me ne vado dal partito, non puoi cacciarmi via, resto qui a fare la mia battaglia, come sempre ho fatto fino ad ora. Un botta e risposta finale al veleno, che a molti a ricordato il 'Che fai mi cacci?' di Gianfranco Fini che segnò l'implosione del Pdl.

Le primarie - Berlusconi avrebbe inoltre ribadito tutte le sue perplessità sulle primarie, uno strumento che andrebbe utilizzato solo in extremis, in mancanza cioè di un candidato premier di coalizione. Per il leader azzurro le primarie, in generale, non vanno bene perché possono prestarsi a manipolazioni, come è accaduto per i casi di De Magistris e Pisapia.

Nessuna rottamazione ma serve cambiamento - Ho letto tantissime stupidaggini sulla mia volontà di rottamare la vecchia classe dirigente, non è assolutamente così, ma c'è bisogno di cambiamento, avrebbe detto Berlusconi ribadendo la necessità di stoppare dichiarazioni sulla stampa che danneggiano solo il partito. Confermo la mia fiducia in tutti i parlamentari, ma non si può rinunciare al rinnovamento, inaugurando la stagione congressuale e piantando una bandierina di Forza Italia in ognuno degli 8mila Comuni.

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