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Renzi: "Regioni arrabbiate? Gli passerà". E annuncia "80 euro a neo-mamme dal 2015"

19 ottobre 2014 | 17.36
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Il premier a Domenica live replica alle proteste dei governatori contro i tagli : "Per 20 anni hanno sempre pagato le famiglie, ora se facciamo tagli ai ministeri, alle regioni o agli apparati non si possono lamentare". E promette il bonus per i genitori fino al terzo anno del bambino. Tutti i numeri della manovra. Napolitano: "Misure importanti"

Il selfie di Barbara D'Urso con Matteo Renzi pubblicato sulla pagina Facebook della conduttrice
Il selfie di Barbara D'Urso con Matteo Renzi pubblicato sulla pagina Facebook della conduttrice

"Le regioni sono arrabbiate? Gli passerà". Così il premier Matteo Renzi sulla levata di scudi dei governatori per i tagli imposti dalla legge di stabilità, intervistato da Barbara D'Urso a Domenica live.

E sulle ripercussioni che la stretta sulle Regioni avrebbe, secondo i governatori, sulla sanità, il premier non ci sta: "È una vergogna solo dirlo". "Forse non ci saranno troppe Asl, non ci saranno troppi supermanager?''.

Il premier dunque tiene il punto e difende la manovra. "Abbiamo capito dopo 70 anni che in Italia non puoi chiedere sempre ai soliti di pagare. Per 20 anni hanno sempre pagato le famiglie, ora se facciamo tagli ai ministeri, alle regioni o agli apparati non si possono lamentare. Ora pagano un po', se no non siamo seri".

"Ci sono delle spese che possono essere tranquillamente tagliate, quelle - ricorda - dell'organizzazione. Bisogna rendere questo Paese più efficiente".

Quindi il premier annuncia che dal primo gennaio "gli 80 euro andranno anche a tutte le mamme, o i papà, per i primi tre anni di vita" del loro figlio.

E rivendica l'importanza del taglio al costo del lavoro. ''C'è da ridurre la tassa sul lavoro. Oggi un imprenditore paga un sacco di soldi ma non arrivano al lavoratore, perché la spesa dell'imprenditore se la mangia lo Stato. Mettiamolo a dieta. Sono i 6 miliardi dell'Irap".

Quindi invita a non alzare bandiere. Io "guardo alle grandi sfide che abbiamo e penso di non essere solo. Io non sono la causa di tutto ciò ma sono capitato in questo momento per rappresentare gli italiani perbene, indipendentemente dal colore politico", perché questo è il momento di "mettere da parte le bandiere politiche per dire: ci sono delle cose da fare".

Quanto alle polemiche sulle unioni gay Renzi ribadisce: "La legge alla tedesca è quella che vogliamo fare, con i diritti tipici delle persone che convivono qualunque sesso abbiano. La mettiamo nella sessione parlamentare subito dopo la riforma costituzionale e se le cose vano come devono sulla legge elettorale entro l'anno è ampiamente chiusa". Quindi chiede di abbassare i toni. "Faccio un appello, capisco tutto ma evitiamo di riaprire l'ennesima violenza idelogica. Abbiamo trovato un punto di sintesi giusto, non è il matrimonio né la situazione di oggi", ha aggiunto il premier spiegando che nel provvedimento saranno compresi i diritti civili, la cittadinanza per i bimbi nati in Italia da genitori stranieri e le disposizioni per il Terzo settore.

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