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Renzi: "Senza di noi populismo e xenofobia. A chi critica la Leopolda dico: veniteci"

20 ottobre 2014 | 17.05
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Il premier alla Direzione del Pd: "Non possiamo essere un comitato elettorale o un club anarchico". Sul Jobs Act: "Da gennaio deve partire. Profondo rispetto per Cgil in piazza". Poi la replica a Cuperlo: "Mai e poi mai ci sarà la costruzione di un'organizzazione parallela sul territorio"

Matteo Renzi
Matteo Renzi

"Se non ci siamo noi l'alternativa è la piazza, talvolta xenofoba, e il populismo, c'è la vittoria di un fenomeno demagogico e populista che rischia di incrinare le regole del gioco". Lo ha detto Matteo Renzi nel suo intervento alla Direzione Pd, una direzione animata dall'intervento di Gianni Cuperlo sulla questione Leopolda, cui Renzi ha replicato assicurando che "mai e poi mai ci sarà la costruzione di un'organizzazione parallela sul territorio".

"Discutiamo, ascoltiamoci ma questa comunità che ha preso il 41% è l'unica speranza perché l'Italia esca dalla palude nella quale si trova. Questo ci impone un surplus di responsabilità", ha sottolineato il premier.

Quindi "nessuno di noi espellerà un senatore che ha fatto una battaglia onesta e trasparente contro le riforme costituzionali", ma "non possiamo essere un comitato elettorale o un club anarchico o di liberi pensatori". "Se c'è un voto di fiducia dobbiamo decidere una comunità dove sta o no, è una discussione da tenere aperta - ha spiegato Renzi - Un punto di equilibrio deve essere discusso, apriamo una discussione senza imporre idee, ascoltiamoci, decidiamo anche in Assemblea, ma decidiamo come sta insieme una comunità".

"Il Pd - ha aggiunto - deve essere in grado di contenere realtà diverse, spero che per Gennaro Migliore fino ad Andrea Romano e parte di Scelta civica o Italia popolare che vogliono stare nella sinistra ci sia spazio di cittadinanza piena".

Consulta e Parlamento in stallo - A proposito dei lavori delle Camere e dell'elezione dei giudici della Consulta, Renzi ha osservato che "siamo in stallo, il Parlamento deve riflettere su questo, su una situazione in cui ci troviamo anche per nostra responsabilità". "Questo Parlamento da 18 mesi è bloccato, messo in difficoltà da un blocco che continua a dire no a tutto ma che dimostra che si sta sgretolando e questo sgretolamento è costante", ha rimarcato il premier.

Jobs Act - Renzi è tornato poi sul Jobs Act spiegando che "è evidente che se mettiamo le risorse nella legge di stabilità, dal primo di gennaio deve partire la procedura. Un imprenditore deve sapere come funziona. Altrimenti è inutile mettere le risorse".

Manifestazione Cgil - "Noi abbiamo profondo rispetto - ha aggiunto a proposito della manifestazione della Cgil in programma il 25 ottobre - per un importante sindacato che va in piazza sabato prossimo, indipendentemente dal dibattito che c'è tra di noi, come ogni volta che una organizzazione importante decide di affrontare la prova della piazza".

L'intervento di Cuperlo - Ad animare la discussione in Direzione è stato Gianni Cuperlo. "Per capire, non per polemizzare, pongo una questione a Renzi: cos'è la Leopolda?" ha detto nel corso del suo intervento. "Leggo che dietro alla Leopolda c'è una fondazione che raccoglie 2 mln di euro, alcune centinaia di comitati che hanno la missione di sostenere le idee di Renzi. Dobbiamo essere chiari, se tu costruisci e rafforzi un partito parallelo scegli un particolare modello, la locomotiva si avvia in quella direzione e si porta appresso tutti gli altri vagoni. A quel punto andremo verso una confederazione", ha aggiunto Cuperlo rivolgendosi a Renzi. "Non mi pare un disegno coraggioso né ambizioso, ma se si scegliesse questo disegno io lo rispetterei", ha affermato Cuperlo sollecitando una discussione in Direzione e ipotizzando di passare la parola agli iscritti: "Se decideranno di aderire a una confederazione bene, ma se diranno l'opposto sarà tempo di rimboccarci le maniche con le procedure che seguono le idee".

Cuperlo non ha nascosto i suoi dubbi sulla relazione del segretario dem: "Sono giuste e suggestive le piste di riflessione di Renzi, ma sento qualche distanza tra le cose dette e la realtà fuori della sala". "Io ho la sensazione che in troppe realtà siamo solo una macchina elettorale e assistiamo ad un abbandono di un certo numero di persone. Poi pesano gli scarsi fondi - ha proseguito - Questo è il modello, poi ci sono la indiscutibile forza e legittimazione di Renzi. Ma la domanda è, uno schema di questo genera funziona? No, non funziona".

"Io non rimpiango il partito che c'è stato fino a ieri, ma dobbiamo sciogliere il nodo di fondo, quale idea abbiamo della democrazia. Non è solo la vecchia forma partito che non regge è la democrazia dell'altro secolo che non regge - ha scandito - Gli spazi e le tensioni sono oggi assenti o appaltati, poi in parte rincuorati da sondaggi, risultati elettorali e dati di ascolto stellari".

La replica di Renzi - Nelle conclusioni alla Direzione del Pd, Renzi ha replicato alle critiche mosse alla Leopolda. "A chi critica la Leopolda dico, veniteci! Non sabato che avete altro da fare, ho capito" ha detto Renzi. "Anni di contro programmazione vi hanno fatto perdere di vista cosa è la Leopolda: migliaia di persone non necessariamente del Pd che discutono di politica - ha spiegato il segretario dem - Se qualcuno pensa di fare una corrente dei renziani il primo che ha contro sono io. Il punto centrale è che la Leopolda è uno straordinario spazio di bellezza della politica, continuare a drammatizzarla ci fa perdere un'occasione". "La Leopolda come madre di tutti i problemi è leggermente sovrastimata - ha sottolineato ancora - Invito Gianni, non sabato che ha da fare, per verificare quello che c'è. E prendo un impegno, mai e poi mai ci sarà la costruzione di una organizzazione parallela sul territorio". "Non sono per la confederazione, non voglio la confederazione" ha nuovamente scandito replicando a Cuperlo.

"Facciamo un passo in avanti, non accusiamo nessuno di lesa maestà se qualcuno sabato andrà da altre parti e non a Firenze, non attacchiamo la Leopolda - ha ribadito - parliamo dei soldi che è tema vero, riprendiamoci una comune vicinanza: chi oggi sta qui dentro vuol bene all'Italia e pensa che ci vuole uno sforzo in più per salvare il Paese. Facciamolo rispettandoci".

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