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Fi: Verdini, non lascio partito, fantasie su dissenso con Berlusconi

25 ottobre 2014 | 17.02
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Non lascerò mai il partito, io sono e resto qui. Denis Verdini non avrebbe nessuna intenzione di andar via da Forza Italia per dissidi con Silvio Berlusconi. Il senatore azzurro, principale sponsor del patto del Nazareno sulle riforme, avrebbe assicurato a chi ha avuto modo di sentirlo in queste ore che continuerà a lavorare per il suo partito. Oggi il 'Corriere della Sera' dava conto di indiscrezioni di un Verdini pronto a lasciare con tanto di lettera (dove viene indicata la data di scadenza del suo incarico) per dissensi rispetto al Cav proprio sull'Italicum.

L'ex coordinatore nazionale del Pdl, raccontano fonti azzurre, avrebbe smentito questa versione e anche quei boatos che lo descrivono stanco e amareggiato della politica e tentato dall'addio per le sue vicende giudiziarie. Verdini, dunque, non abbandonerà Forza italia, ma molti confermano una certa insofferenza per i repentini cambi di posizione di Berlusconi su varie materie, compresa la legge elettorale.

L'ultimo episodio della serie, riferiscono fonti parlamentari, sarebbe avvenuto nel corso dell'assemblea dei senatori azzurri a palazzo Madama di mercoledì scorso, quando l'ex premier avrebbe parlato in maniera molto critica del premio di lista, suscitando la reazione di Verdini, che avrebbe subito lasciato la riunione. Perchè un gesto simile, da parte dell'ambasciatore di Fi presso i renziani? Raccontano che pur essendo stato contrario al premio di lista, Verdini fosse consapevole della promessa fatta a Renzi e quindi timoroso di una rottura del patto del Nazareno. Insomma, riteneva che la chiusura del Cav potesse compromettere il lavoro fino ad ora svolto.

Da sempre per 'l'uomo dei numeri' si parlò di attriti con ex premier per caso Catricalà

Si era parlato di attriti tra Verdini e Berlusconi già qualche mese fa, il 12 settembre scorso, quando il Parlamento in seduta comune era impegnato in una delle prime votazioni sulla Consulta e Forza Italia aveva proposto la candidatura del tecnico Antonio Catricalà, in tandem con Luciano Violante, sponsorizzato dal Pd. In quell'occasione, raccontano, alla fine l'ex presidente dell'Antitrust fece un passo indietro, anche per le divisioni interne a Forza Italia. Allora nel mirino finì 'Denis, l'uomo dei numeri', per non aver saputo garantire la tenuta del partito in un frangente così delicata e importante.

Altro episodio rivelatore dell'insofferenza di Verdini, quello del 2 ottobre scorso, durante il comitato di presidenza azzurro a palazzo Grazioli, che culminò con lo strappo di Raffaele Fitto: in quel caso il senatore forzista ebbe un botta e risposta al veleno con il 'fittiano' Daniele Capezzone proprio sulla linea del partito nei confronti del governo Renzi.

Se continuiamo così, perderemo ancora più consensi, avrebbe avvertito il presidente della commissione Finanze di Montecitorio, convinto della necessità di un'opposizione più netta all'esecutivo. Pronta fu la replica di Verdini: 'Oltre a parlare con il cuore in mano, cerca di usare il cervello e parlare con il cervello...'

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