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Governo: autore di 'House of Cards', Renzi indossi stivali chiodati Thatcher

18 novembre 2014 | 20.19
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Lo scrittore, che è stato è stato anche capo dello staff del Partito Conservatore sotto la 'Lady di Ferro', a Roma parla dei politici nella finzione narrativa e nella realtà: "Sarebbe bene che la vita privata dei politici non finisse mai sulle prime pagine trasformando la politica in una fiction".

Michael Dobbs nella foto che compare sul suo profilo ufficiale su Twitter
Michael Dobbs nella foto che compare sul suo profilo ufficiale su Twitter

"Renzi deve indossare gli stessi stivali chiodati che mise Margaret Thatcher quando divenne primo ministro. Solo così potrà realmente governare il Paese e realizzare i propri obiettivi", lo ha detto l'autore del libro 'House of Cards' Michael Dobbs durante un incontro che si è tenuto oggi alla libreria Fandango di Via dei Prefetti, a Roma. Dobbs è stato anche capo dello staff del Partito Conservatore sotto Margaret Thatcher.

"Sarebbe bene che la vita privata dei politici non finisse mai sulle prime pagine - ha risposto poi Dobbs a chi gli chiedeva se i suoi personaggi siano paragonabili ai politici italiani - trasformando la politica in una fiction. Ciò spesso avviene per annacquarla ed offrire all'opinione pubblica dei temi di discussione. In Italia lo abbiamo visto con Berlusconi, di cui negli ultimi anni si è parlato più per ragioni di gossip che di lavoro". In riferimento alle 'battute' scambiate con il Premier dopo la sua affermazione di considerare 'House of Cards' un vero e proprio manuale, Dobbs ha affermato: "Preferisco non parlare dei miei rapporti personali con Renzi. In quel caso mi sono limitato a rispondere che i miei libri hanno il solo obiettivo di fare intrattenimento e non di essere la guida per la conquista subdola e meschina del potere".

Non solo Renzi: nel suo intervento Dobbs si è raccontato cominciando con un breve excursus sul suo approccio con il mondo della scrittura: "Avvenne tutto per caso - ha detto - era un periodo difficilissimo, ebbi una furibonda litigata con la Thatcher e pensai che la mia carriera fosse finita. Presi una vacanza a Malta con la mia ex moglie. Mentre eravamo in piscina leggevo il best seller del momento. Lo trovai orribile. Mia moglie mi lanciò il guanto di sfida invitandomi a fare di meglio". "Presi una penna, un block notes ed una bottiglia di vino - ha raccontato - ma quando la bottiglia finì, sulla carta c'erano scritte solamente due lettere, F e U. Non è un caso quindi che il protagonista sia poi diventato Frank Underwood. Non credevo realmente di poter avere successo eppure poco tempo dopo l'uscita del romanzo la BBC volle realizzare una serie".

"Quando dagli Stati Uniti mi contattarono per propormi una riadattamento della serie da mandare in onda su Netflix - ha svelato Dobbs - in realtà non avevo voglia di farlo. Così venni contattato direttamente da Kevin Spacey. Accettati e devo dire che si aprì il periodo più bello della mia carriera". A febbraio 2015 andrà in onda la terza stagione, Dobbs non ha voluto anticipare nulla anche se ha promesso che "il personaggio di Underwood si metterà in mostra sotto altre vesti, ancora più malvagio e dinamico, mentre verrà approfondito il suo rapporto con la moglie Claire".

Lo scrittore non ha poi risparmiato qualche battuta sul momento politico internazionale, in particolare commentando il pessimo risultato di Obama ottenuto alle Elezioni di metà Mandato dello scorso 4 novembre ha detto: "Fu emozionante assistere alla sua elezione. Era un momento fondamentale per il mondo e per gli Usa, dove veniva scelto per la prima volta un presidente di colore. Il suo 'Yes we can' - ha proseguito - aprì nuovi orizzonti ma temo che da un certo punto di vista abbia creato troppe aspettative alle quali poi lo stesso Obama non ha saputo rispondere adeguatamente. Quindi credo che verrà ricordato più per la sua figura che per il suo lavoro". Sullo scandalo a sfondo sessuale che in questi giorni sta investendo il Partito Conservatore, ha detto in fine Dobbs, "per ora ci sono solo rumors e non sappiamo se qualcosa è stato realmente insabbiato. Ciò che posso dire è che i politici sono soggetti a due forti pressioni, lo stress e le responsabilità. E' normale, quindi, che a volte prendano delle sbandate, che possono essere vizi sessuali, dipendenza da droga e da alcol".

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