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Lega: la svolta 'romana' di Salvini divide leghisti della prima ora

20 novembre 2014 | 17.22
LETTURA: 4 minuti

Rosy Mauro: "Andare al Sud? E' boutade elettorale. Pivetti: operazione credibile, può riuscire. Gentilini: ormai il Carroccio non c'è più

Lega: la svolta 'romana' di Salvini divide leghisti della prima ora

La Lega targata Salvini supera i confini della Padania e approda in forze nella Capitale dove è imminente la nascita di un nuovo soggetto politico, la "Lega di Roma". Una svolta che vede il Carroccio cercare alleanze con nuovi schieramenti, vedi CasaPound, e affrontare temi finora inesplorati, come la battaglia sul lavoro e la lotta al taglio delle pensioni. La nuova politica messa in campo dal segretario impone il cambiamento, basta con il secessionismo e la repubblica padana, mentre resta vivo il cavallo di battaglia della lotta all'immigrazione, un evergreen che accomuna vecchi e nuovi padani. A commentare la svolta diversi leghisti della prima ora, interpellati dall'Adnkronos.

Andare al Sud? "Sospetto che sia una boutade elettorale", dice Rosy Mauro, ex vicepresidente leghista del Senato. "Fino a poco tempo fa la Padania sembrava sempre al centro, non posso dimenticare la serata delle scope a Bergamo (2012, ndr) in cui chiedevano che non si transigesse su un capo del sindacato che non fosse padano, quando mi chiesero un passo indietro e io dissi no".

"Per me cercare a tutto campo voti, sbandierando tutti i temi caldi del momento equivale solo a prendere per i fondelli la gente, mentre la crisi aumenta e le aziende sono in ginocchio", dice ancora Rosy Mauro.

"Quello che serve è il buon senso, affrontare il quotidiano, con le tante emergenze: c'è gente italiana senza casa, che occupa perché non riesce a pagare l'affitto. E questi temi non vanno affrontati nei talk show, ora basta con i proclami. La nuova Lega si allea con la destra estrema? "Non servono gli estremismi - conclude la sindacalista del Carroccio - serve gente calma, buon senso, piuttosto che lo scontro tra poveri".

Da Irene Pivetti, già presidente della Camera, arriva invece il via libera alla 'nuova' Lega: "Quella messa in campo da Salvini è una operazione interessante e credibile", dice. "Ma non si tratta di una novità in assoluto - spiega - almeno se pensiamo a quella che era la Lega dei primi anni '90, prima di entrare in Parlamento, perché anche per quella Lega l'obiettivo era quello di difendere le identità, senza essere confinati al Nord".

"Io stessa - aggiunge Irene Pivetti - andai, nel 1992, con una decina di leghisti, a Napoli per tenere un comizio elettorale". "Ora lo spirito della Lega di Salvini ricorda quella difesa delle identità. E ora quella politica può funzionare, perché non è un caso sentire, come mi è capitato, anche un tassista romano dire: 'non sono leghista, ma Salvini ha ragione e lo potrei votare'", conclude Pivetti.

Scettico invece Giancarlo Gentilini, ex sindaco leghista di Treviso. "Ormai la Lega non c'è più, noi eravamo sul punto di cambiare questo Paese, ma poi quanto fatto da Bossi e da chi gli era accanto ha portato alla fine della Lega, con il dio denaro che ha vinto su tutto".

"Quindi la Lega - spiega l'ex primo cittadino di Treviso - oggi guidata da Salvini, vive un momento veramente tragico, gli elettori si sono scottati con l'acqua calda e ora hanno paura anche dell'acqua fredda." "La Lega è destinata a restare senza numeri per poter fare quel cambiamento dello Stato italiano, confinati al 4-6% che non serve a nessuno", conclude Gentilini.

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