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Sicilia: canone acqua minerale, scontro M5S-Confindustria

22 novembre 2014 | 14.50
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Gratis o quasi. Oltre i 35mila metri cubi l’acqua minerale estratta in Sicilia prima della legge del 2013 finiva negli impianti delle multinazionali a "prezzi ridicoli: appena 13 centesimi a metro cubo".

E’ la scoperta fatta dal Movimento 5 stelle all’Assemblea regionale siciliana, spulciando tra le carte arrivate al gruppo grazie ad una richiesta di accesso agli atti. “Analizzando i dati – affermano i deputati - abbiamo scoperto che la normativa antecedente al 2013 prevedeva un canone fisso di 516,46 euro per l'acqua estratta (emunta) fino a 5000 metri cubi, da 5000 mc a 35000 mc il costo passava a 1,03 euro, mentre oltre i 35000 mc il canone scendeva vertiginosamente a 13 centesimi al metro cubo”.

“I pochi dati incompleti e parziali che abbiamo ricevuto – afferma la deputata Claudia La Rocca - bastano a far capire che i beneficiari di questo canone irrisorio erano le grandi multinazionali dell'acqua. Una di queste, infatti, estrae 238.545mc di acqua, a fronte dei 15.052mc di un'altra piccola impresa del settore”.

Dall’entrata in vigore della legge di stabilità del 2013 una norma targata M5S ha portato i canoni per l’acqua estratta a 2 euro al metro cubo.

"Un rospo difficile da ingoiare per Confindustria, dicono i pentastellati, che l’altro giorno ha portato alla commissione Attività produttive dell’Ars una proposta per riportare i canoni molto vicini a quelli 'da saldo': 30 centesimi al metro cubo".

“Per sostenere la sua proposta – afferma Claudia La Rocca - Confindustria si fa scudo della crisi delle piccole imprese, ma è chiaro che il suo obiettivo è tutelare gli interessi delle multinazionali. Il M5S chiede un canone equo, che non avvantaggi le grandi multinazionali a dispetto delle piccole e medie imprese, una norma che si coniughi pure con il rispetto delle risorse del territorio siciliano”.

Tra le pieghe delle carte in possesso dei deputati fa capolino un piccolo giallo: della stragrande maggioranza dell’acqua estratta da una multinazionale del settore non si conosce l’utilizzo. “Dei quasi 240 milioni di litri estratti da questa impresa – spiega La Rocca - oltre 26 milioni risultano imbottigliati, oltre 22 milioni risultano ‘non imbottigliati, ma comunque utilizzati’. Nulla è dato di sapere sull’utilizzo degli altri circa 200 milioni di litri emunti”.

Dalla ricerca del Movimento 5 stelle salta fuori anche una curiosità: fino al 2013 nessuno aveva provveduto a convertire i vari scaglioni di canoni da corrispondere in euro, costringendo il servizio regionale competente a fare di volta in volta le conversioni lira/euro per fare i conteggi con le imprese.

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