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Il presidente egiziano Al Sisi incontra Renzi: impegno per cooperazione nella lotta al terrorismo

24 novembre 2014 | 21.25
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Vertice a Villa Madama dopo l'incontro con Papa Francesco in Vaticano. Il premier: "L'Egitto è un partner strategico dell'Italia e dell'Europa per affrontare le questioni geopolitiche del Mediterraneo"

Il presidente egiziano Al Sisi incontra Renzi: impegno per cooperazione nella lotta al terrorismo

"L'Egitto è un partner strategico dell'Italia e dell'Europa per affrontare le questioni geopolitiche del Mediterraneo". E' il concetto che il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha ribadito nel corso della conferenza stampa che si è tenuta al termine dell'incontro con il presidente egiziano Abdel Al Sisi a Villa Madama.

"Questa visita segna un passaggio molto significativo nelle relazioni tra Italia e Egitto", ha aggiunto Renzi che ha sottolineato come nel colloquio si sia parlato molto degli equilibri politici nel Mediterraneo e nord Africa. Renzi ha colto l'occasione per manifestare la propria solidarietà al popolo egiziano "colpito nelle ultime settimane da gravi attentati. L'Italia è al fianco del popolo egiziano e farà di tutto per combattere il terrorismo e favorire la stabilità dell'area".

Il presidente del Consiglio ha spiegato che occorre un impegno per "una lotta senza quartiere al terrorismo, lotta che va rafforzata senza cedimento né arrendevolezza".

"Non guardiamo al solo rapporto bilaterale tra Italia e Egitto ma, se parliamo di sicurezza, il discorso va allargato all'Europa e alla comunità internazionale. L'unico modo per bloccare l'escalation del terrorismo è rafforzare la cooperazione", ha sottolineato ancora Renzi.

"L'Italia non farà mancare il proprio sostegno e il proprio appoggio all'Egitto, ma tutta l'Europa deve lavorare con maggiore determinazione per affrontare questa emergenza", ha detto il premier.

Al Sisi dal canto suo ha rimarcato che "il terrorismo nella regione non va indebolendosi, ma fortificandosi e questo richiede una maggiore cooperazione con l'Italia e con gli altri partner europei". "Il terrorismo è cominciato perché è mancata una speranza per il popolo palestinese" ha poi aggiunto. "Oggi la situazione è molto più difficile che in passato - ha detto Al Sisi - ma se vogliamo dare veramente una speranza al popolo palestinese, dobbiamo dargli uno Stato". A questo scopo, "dobbiamo anche dare nuove idee agli israeliani" perché "se questa questione viene risolta, saranno risolti diversi problemi nel mondo". "Prima dell'accordo di pace Egitto-Israele - ha concluso il presidente - nessuno pensava fosse possibile. Ora, questa esperienza può essere di ispirazione".

Al Sisi ha anche spiegato che "lo stato egiziano è impegnato, in virtù di tutti gli accordi che ha firmato, a garantire la sicurezza" delle aziende italiane attive in Egitto. "Con le varie aziende - ha detto - abbiamo preso impegni anche finanziari", a garanzia della loro sicurezza. "Facciamo sforzi importanti - ha continuato Al Sisi - per trovare soluzioni alla questione degli investimenti in Egitto. Vogliamo fare una nuova legge per incoraggiarli. Prima c'erano procedure molto lunghe. Ci stiamo lavorando e speriamo di trovare una soluzione nel prossimo futuro".

In giornata il presidente egiziano ha incontrato anche il Papa. "La via del dialogo e del negoziato è l'unica opzione per porre fine ai conflitti e alle violenze che mettono in pericolo le popolazioni inermi e causano la perdita di vite umane" ha sottolineato Papa Francesco, a proposito del processo di pace in Medio Oriente, ricevendo Al Sisi in Vaticano.

Nel corso dei "cordiali colloqui" fra Papa Francesco e il presidente egiziano Al Sisi - come riferisce una nota del Vaticano - sono stati passati in rassegna alcuni temi internazionali di comune interesse, "con particolare riferimento al ruolo dell'Egitto nella promozione della pace e della stabilità nel Medio Oriente e nel Nord Africa".

Ci si è anche soffermati sulla situazione interna egiziana, sottolineando "la vicinanza e la solidarietà della Chiesa all'intero popolo egiziano nel corso del periodo di transizione politica". Inoltre, "si è espresso l'auspicio che, nel quadro delle garanzie sancite dalla nuova Costituzione, nell'ambito della tutela dei diritti umani e della libertà religiosa, si possa rafforzare la coesistenza pacifica fra tutte le componenti della società e continuare nel cammino del dialogo interreligioso".

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