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Quando i rubli di Mosca finivano solo ai comunisti d'occidente /Scheda

24 novembre 2014 | 19.25
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Quando i rubli di Mosca finivano solo ai comunisti d'occidente /Scheda

Dal secondo dopoguerra, da Mosca, sono partiti finanziamenti per i principali partiti comunisti d'occidente. Soldi che dovevano servire a sostenere la lotta per il comunismo fatta nei paesi Nato, con lo scopo di creare una spina nel fianco del blocco occidentale. Un flusso di denaro, che per quanto riguarda l'Italia, trova numeri e dati nelle rivelazioni del dossier Mitrokhin, ex archivista del KGB, che fece avere al Sismi l'archivio riguardante le attività illegali dei servizi segreti sovietici in Italia.

In particolare a fare i conti dei soldi finiti nelle casse del Pci è la scheda '122' del dossier che svela le cifre del finanziamento russo al Partito comunista italiano. Secondo quanto trascritto dall'archivista sovietico, negli anni tra 1970 e il 1977, fu ininterrotto il flusso di denaro da Mosca a Botteghe oscure. Nel '71 furono versati 1.600.000 dollari; nel '72 5,2 milioni; nel '74 9 milioni di dollari; per il '76 6,5 milioni, infine, nel 1977, 1 milione. Un flusso che sembra almeno rallentare, in concomitanza con le posizioni 'eretiche' di Enrico Berlinguer, in linea di rottura con il Pcus.

Soldi, secondo il dossier Mitrokhin, finirono pure al PSIUP tra gli anni 1969 e 1972, per poi esaurirsi.

Fino al 1988 sono documentati inoltre fondi al Partito comunista francese di Georges Marchais. In quell'anno arrivarono a Parigi tre milioni di dollari, messi sul tavolo da Gorbaciov, per le elezioni del 1988. Ma i finanziamenti cominciarono ai tempi del Fronte Popolare, nel 1936, un flusso ininterrotto per oltre 50 anni.

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