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Renzi, le Regionali non sono un referendum per il Governo. Arrivano i leghisti? Noi li aspettiamo

24 novembre 2014 | 10.52
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Per il premier, l'agenda politica non muta. Il dato sull'astensione dovrebbe far riflettere tutti. Arrivano i leghisti? Noi li aspettiamo

(Infophoto)
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L'aveva detto prima dell'appuntamento elettorale e, oggi, alla luce del responso delle urne, lo ribadisce: "queste elezioni non erano un referendum per il Governo" e il risultato non cambia la rotta intrapresa. Il premier, Matteo Renzi, tira dritto per la sua strada e, rivendicando con forza il successo del Pd nella tornata elettorale di Emilia Romagna e Calabria, assicura che "non muta l'agenda politica" dell'esecutivo. "In otto mesi ci sono state cinque elezioni regionali che il Pd ha vinto 5 a 0. Di queste regioni, quattro erano in mano alla destra e sono andate alla sinistra; l'Emilia Romagna invece è rimasta nelle nostre mani", commenta da Vienna il premier, al termine dell'incontro con il Cancelliere austriaco Werner Faymann.

Dalla capitale austriaca, Renzi rilancia sui temi della crescita e dello sviluppo. "I prossimi mesi daranno decisivi per l'Europa, ne sono convinto", dice. "Siamo per tenere i conti in ordine e avere rispetto per figli e i nipoti. Dobbiamo preoccuparci dell'oggi, ma avere anche maggiore attenzione per investimenti e crescita". "C'e' la grande consapevolezza del fatto che, se tutti insieme usciamo dalla cultura della rassegnazione e del piagnisteo, l'Italia potrà davvero tornare ad avere un ruolo", aveva detto questa mattina il presidente del Consiglio, commentando a caldo i risultati.

C'e', sicuramente, il dato dell'astensione che "dovrebbe far riflettere tutti i partiti", ammonisce Renzi, affermando, comunque, che per il Pd è andata "bene". E il premier non si mostra preoccupato per il successo ottenuto dal candidato della Lega in Emilia Romagna. E non si fa attendere la risposta a Matteo Salvini, che parla di risultato storico. I leghisti stanno arrivando? "Noi li aspettiamo. Mentre il centrodestra discute della propria situazione noi cambiamo l'Italia. Dopo 20 anni di fallimenti, anche della Lega, noi lavoriamo per il Paese e alle elezioni si vedrà chi e' più forte. Se arriva Salvini, vedremo...".

Altro tema affrontato a Vienna quello dell'immigrazione. "Italia e Europa stanno lavorando ma c'è ancora molto da fare -sottolinea - per recuperare il pieno controllo politico della Libia. L'Europa metta i denari per Frontex e Tritone e si impegni politicamente di più nel Mediterraneo, che non è il confine dell'Italia ma è la frontiera dell'Europa".

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