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Boschi: "La vera sfida che dobbiamo vincere è l'educazione"

25 novembre 2014 | 17.33
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Il ministro per le riforme ad un'iniziativa romana davanti ai ragazzi delle scuole ricorda i 'volti' delle vittime di violenza. E dice: "Credo che non possiamo più permetterci che il mondo perda la bellezza dei sogni, dei desideri e delle speranze anche soltanto di un'altra donna" (Fotogallery)

Il ministro per le riforme Maria Elena Boschi
Il ministro per le riforme Maria Elena Boschi

"La vera sfida che dobbiamo vincere è l'educazione". E' quanto dice il ministro per le riforme Maria Elena Boschi, davanti ai ragazzi delle scuole che partecipano all'evento "Vincere la partita più importante: quella contro la violenza sulle donne", organizzato dal Dipartimento per le Pari opportunità della presidenza del Consiglio in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, a Roma.

Il ministro sottolinea l'importanza della prevenzione nel contrastare la violenza sulle donne, ricordando l'impegno del nostro paese, "tra i primi a sottoscrivere la convenzione di Istanbul". E ribadisce che la violenza sulle donne è "una violazione dei diritti umani", "un crimine contro l'umanità".

Il ministro Boschi ricorda che ''sette donne su dieci subiscono ancora oggi una qualche forma di violenza fisica o sessuale. E che ci sono circa 600 milioni di donne che oggi vivono ancora in Paesi che non riconoscono la violenza sulle donne come un reato''.

Il ministro sostiene che fino ad oggi è stato fatto molto "ma c'è ancora da fare". ''L'impegno delle forze dell'ordine e della magistratura non è sufficiente -evidenzia Boschi- perché bisogna accompagnarlo a partire dalla prevenzione. Bisogna rieducare chi ha commesso reati di violenza e cercare di creare una rete di protezione nei confronti delle donne che trovano il coraggio di denunciare le violenze subite. Dare loro un'opportunità di una nuova vita''.

Da qui parte l'impegno del governo nell'assistenza delle vittime, nella prevenzione, ma - ribadisce il ministro - ''la vera sfida parte dall'educazione nelle scuole''. Che significa programmi specifici per i ragazzi e formazione per gli insegnanti.

Oltre 170 donne sono state vittime di femminicidio lo scorso anno, ricorda Boschi, "e non possiamo dimenticare i loro volti: il volto di Lucia, di Ilaria, di Francesca. Come non possiamo dimenticare il volto di Reyhaneh, la ragazza iraniana morta impiccata per aver ucciso l'uomo che tentò di stuprarla". Storie "che abbiamo il dovere di ricordare nel nostro impegno quotidiano", dice il ministro, "anche perché il mondo ha dovuto fare a meno della bellezza dei pensieri, dei desideri e dei sogni di questi donne. E credo che non possiamo permetterci ancora una volta che il mondo perda la bellezza dei sogni, dei desideri e delle speranze anche soltanto di un'altra donna. Qui sta la sfida di tutti noi, ciascuno nel proprio ruolo e nella propria vita quotidiana."

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