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Riforme, Renzi vede Napolitano: "Tra dicembre e gennaio chiudiamo"

26 novembre 2014 | 14.07
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"Siamo a un passo dalla chiusura", lo assicura il premier al Tg1 dopo l'incontro con il capo dello Stato per fare il punto sull'iter parlamentare delle leggi elettorale e costituzionale. Per il governo è possibile un percorso condiviso con un ampio arco di forze politiche che tenga conto delle preoccupazioni di tutti i partiti. Riforme costituzionali in Aula dal 16 dicembre

Matteo Renzi e Giorgio Napolitano (Foto Quirinale)
Matteo Renzi e Giorgio Napolitano (Foto Quirinale)

Legge elettorale e riforma del bicameralismo possono andare avanti contando su un percorso che Matteo Renzi considera "possibile e condivisibile con un ampio arco di forze politiche" e che ritiene possa chiudersi "tra dicembre e gennaio" . Il premier, accompagnato dal ministro delle Riforme Maria Elena Boschi è salito al Colle in mattinata per riferire a Giorgio Napolitano sull'andamento del pacchetto di riforme varato dall'esecutivo.

Un colloquio nel quale il premier, evidentemente, si è mostrato ottimista, visto il tenore del comunicato diffuso al termine del colloquio dal Quirinale, in cui si parla, appunto, di un percorso delle riforme "ampiamente esposto" dal presidente del Consiglio al capo dello Stato e che il governo considera "possibile e condivisibile con un ampio arco di forze politiche per quello che riguarda l’iter parlamentare dei due provvedimenti fondamentali già a uno stato avanzato di esame, legge elettorale e legge costituzionale per la riforma del bicameralismo paritario, i quali sono incardinati per la seconda lettura. Un percorso -si rileva nella nota- che tiene conto di preoccupazioni delle diverse forze politiche, soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra legislazione elettorale e riforme costituzionali".

In serata il premier al Tg1 ha detto che sulle riforme, quelle istituzionali e legge elettorale, "siamo ad passo dalla chiusura. Tra dicembre e gennaio chiudiamo". Poi, ha aggiunto che il presidente Napolitano "non ha bisogno di essere rassicurato. Sa perfettamente che se il Parlamento fa le leggi lavorando, come sta facendo, il sabato e la domenica, e se raggiunge gli obiettivi fissati arriverà alla scadenza naturale del 2018".

E ancora sul Jobs act: "Mi preoccupano i precari", non il mancato appoggio della minoranza Pd. "Se qualcuno non rispetta gli accordi è un problema suo".

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