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Politica: sondaggisti, fronda interna pesa su partiti, fattore 'ribelli' su Grillo, Pd e Fi

28 novembre 2014 | 13.05
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Piepoli: ''Ora il M5S rischia calo del 3%''. Noto (Ipr Marketing): ''Pd al 39%, ma se nascesse il Partito della nazione varrebbe il 35%''. Pessato (Swg), ''azzurri al 14,8% e pentastellati al 18,5%''. Mannheimer, ''la ribellione interna disorienta l'elettorato"

Beppe Grillo (Foto Adnkronos)
Beppe Grillo (Foto Adnkronos)

Pd, Forza Italia e M5S: la fronda interna porta i partiti su un piano inclinato. I numeri sono in divenire, ma la fotografia scattata dai sondaggisti interpellati dall'Adnkronos mette a fuoco un dato: i 'ribelli' fanno perdere consensi nell'elettorato. ''Perdono tutti, partiti e ribelli. La fronda grillina e quella azzurra stanno sullo stesso piano'', assicura Nicola Piepoli, amministratore delegato dell'Istituto Piepoli. Che tira in ballo John Von Neumann e Oskar Morgestern, autori della 'Teoria dei giochi': ''C'è un gioco a somma diversa da zero, in cui perdono tutti''. ''Sul pallottoliere -spiega ancora l'esperto di rilevazioni politiche- il M5S rischia di perdere 2-3 punti percentuali rispetto all'attuale quota del 19%. Se si andasse al voto ora, i grillini perderebbero nettamente punti''.

Antonio Noto, direttore Ipr Marketing, spiega poi che ''il Pd -il dato è di oggi- è intorno al 39%. Se si dovesse verificare la scissione, si creerebbe il 'Partito della nazione'. Il 'Partito della sinistra', che comprenderebbe gli elettori usciti dal Pd più quelli di Sel, avrebbe il 9%, mentre il Partito della nazione con dentro Alfano, Casini e Scelta civica varrebbe il 35%. Tirando due somme, il Partito della nazione varrebbe meno del Pd di oggi. Con l'Italicum, però, avrebbe più potere per governare perché liquiderebbe l'opposizione interna''.

Quanto a Forza Italia, Noto rimarca: ''E' un partito ancorato a Berlusconi. Potrebbe chiamarsi Forza Berlusconi e avrebbe lo stesso consenso. Dunque -è l'analisi di Ipr Marketing- c'è fibrillazione nei parlamentari, non nell'elettorato. Il partito azzurro oggi vale 13-14%, ed è una percentuale tutta di Berlusconi. Se va via Fitto, non cala''.

Posizioni leader M5S condivise solo dal 40% - Swg, azzurri al 14,8% e pentastellati al 18,5%

Per Grillo, invece, è ''un discorso diverso -prosegue ancora Noto- perché ci sono mal di pancia anche nell'elettorato. Fino a qualche mese fa, quando per le nostre rilevazioni intervistavamo l'elettorato pentastellato, si notava che le posizioni di Grillo erano condivise dall'80%. Ora, invece, la percentuale è scesa al 40-50%, come se il leader del Movimento stesse perdendo credibilità non sono tra i suoi parlamentari ma nello stesso elettorato 5 Stelle, che non capisce più quale progetto politico abbia l'ex comico di Genova''.

''L'elettorato pentastellato -fa rilevare il direttore di Ipr Marketing- non è fidelizzato: è fluido, non ha una storia. E può passare da una parte all'altra, come è accaduto in Emilia e soprattuto in Calabria, dove si è passati dal 20 al 5%. Lì i grillini stanno sparendo. Del resto i movimenti non durano mai tanto: se non si trasformano in partito, prima o poi tramontano''.

Maurizio Pessato, presidente di Swg, indica numeri precisi: ''Le nostre rilevazioni, tenendo conto delle regionali, usciranno domani e danno Forza Italia al 14,8% e Grillo al 18,5%. Non si vede molto rosa per i due partiti. I flussi delle ultime regionali dimostrano invece che la Lega sta pescando sia da Grillo che da Fi''.

Mannheimer, ribellione interna porta disorientamento nell'elettorato

''Per il momento -è l'analisi di Pessato- dai problemi interni perde più Grillo. Per un motivo: mentre da una parte Forza Italia già da tempo ha una sofferenza di 'pancia', dall'altra però c'è un riferimento di area, esiste cioè un centrodestra che è esteso e ha molti movimenti. La fronda è un problema degli azzurri -spiega il presidente di Swg- ma, con una nuova articolazione di proposta del centrodestra, i voti potrebbero restare all'interno di questa prospettiva politica''. Per i 5Stelle, invece, ''va peggio: il tipo di meccanismo messo in piede da Grillo è assoluto: o il Movimento è lui o è un'altra cosa. E il consenso che esce dalla casa a 5 Stelle non può essere ripreso: va altrove, senza altra possibilità di riconfigurazione di questi voti''.

Per Renato Mannheimer, dell'Ispo, ''la ribellione interna c'è anche nel Pd. anche se ora è più evidente in Fi e nel Movimento 5Stelle. Un fatto che porta un disorientamento dell'elettorato, diminuisce la fiducia nei politici, abbassa i voti ai partiti e, per adesso, accresce l'astensione. Gli elettori non migrano da un partito all'altro, semplicemente non vanno alle urne perché pensano che c'è troppa confusione".

In questa situazione, rimarca Mannheimer, ''Forza Italia perde molto, anche perché era Berlusconi che attirava voti e consensi. Ma anche l'appannamento della leadership di Grillo porta a una inevitabile erosione di voti. Grillini e azzurri sono i più colpiti. Nella Lega, invece, la forza e il consenso di cui gode Matteo Salvini porta una marea di voti. E' sempre il leader forte -taglia corto l'Ispo- che trascina consensi''.

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