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L.elettorale: Pd, sì prima di nuovo Capo Stato, avanti da soli se melina Fi

17 dicembre 2014 | 19.03
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Matteo Renzi vuole Italicum nell'Aula del Senato dopo la pausa natalizia, poi l'elezione del nuovo Capo dello Stato. Ma Fi ribatte: prima si sceglie il Presidente della Repubblica

L.elettorale: Pd, sì prima di nuovo Capo Stato, avanti da soli se melina Fi

Sulla legge elettorale sale nuovamente la tensione tra Partito democratico e Forza Italia e torna a scricchiolare il Patto del Nazareno. Motivo del contendere i tempi di approvazione dell'Italicum al Senato, prima del ritorno alla Camera per il via libera definitivo. Il sì deve arrivare al più presto, chiede il premier e segretario Dem, Matteo Renzi, e comunque la chiusura della pratica deve precedere l'elezione del nuovo Capo dello Stato. Di tutt'altro avviso il movimento di Silvio Berlusconi, che vuole invertire le priorità. Così dal Nazareno si alza la voce e fonti del Pd fanno sapere che se Fi intende fare melina, magari per evitare che con l'Italicum approvato si avvicini l'ipotesi di elezioni anticipate, i Democratici andranno avanti da soli.

Per tutto il giorno è soprattutto il partito del premier a guidare il gioco. E' importante chiudere la partita dell'Italicum al Senato prima dell'elezione del Presidente della Repubblica, dice chiaramente Renzi di prima mattina, incontrando i senatori. Tuttavia, forse proprio per venire incontro ai timori degli azzurri, dice no a norme transitorie che consentano di andare al voto e si dice favorevole ad una data certa di entrata in vigore della riforma.

Così il capogruppo a palazzo Madama, Luigi Zanda, parla di "tabella di marcia serrata", che, traduce il segretario, significa calendarizzazione della legge elettorale per l'Aula alla ripresa dei lavori dopo Natale. Ma Forza Italia, nel primo pomeriggio, risponde picche, anche se sceglie l'altro ramo del Parlamento per esprimere la propria posizione. Durante la riunione dei Capigruppo alla Camera, infatti, i rappresentanti azzurri ribadiscono la necessità di dare priorità all'elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Perciò solo in un secondo momento si dovrà pensare a realizzare il percorso riformatore (a cominciare dall'approvazione della legge elettorale) secondo quanto previsto dal patto del Nazareno.

Speranza, piani vanno tenuti ben distinti

"Riforme e Presidenza della Repubblica sono su due piani da tenere ben distinti. Nessuno scambio e nessun ricatto può essere accettato", twitta il capogruppo del Pd alla Camera, Roberto Speranza. Nel tardo pomeriggio arriva l'aut aut dei Democratici.

Fonti del Nazareno sottolineano come il calendario indicato questa mattina, in occasione della assemblea del gruppo del Pd, per la legge elettorale sia "assolutamente stringente e urgente. Se Forza Italia o altri hanno intenzione di andare per le lunghe o fare melina, deve essere chiaro -sottolineano le stesse fonti- che il Partito democratico andrà avanti lo stesso per cambiare la legge elettorale, forte dei numeri e della determinazione riformatrice di cui l'Italia ha bisogno".

Pronta le replica di Renato Brunetta: ''Melina a chi? Renzi ha bloccato la legge elettorale in Senato per 8 mesi. Perché tanta fretta adesso se si vota nel 2018? Ah saperlo'', chiosa il capogruppo di Fi alla Camera.

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