cerca CERCA
Giovedì 18 Aprile 2024
Aggiornato: 19:47
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Jobs act, Ncd: ''Passo avanti ma battaglia non è chiusa''

26 dicembre 2014 | 12.00
LETTURA: 6 minuti

Le norme sui licenziamenti, varate dal Cdm della vigilia di Natale. Sacconi: ''E' mancato il coraggio delle grandi scelte''. Quagliarello: ''Introduzione opting out avrebbe incentivato le assunzioni''. Damiano (Pd): ''Noto che la destra di governo è venuta a più miti consigli''. Cgil e Uil dure, per la Cisl si può migliorare. Ma artigiani e pmi lo promuovono

(Infophoto)  - INFOPHOTO
(Infophoto) - INFOPHOTO

Prima il braccio di ferro, poi la soluzione, basata però su un compromesso che si porta dietro mugugni e rivendicazioni. L'ultimo Consiglio dei ministri dell'anno mette in archivio lo scontro politico sulle norme di applicazione del Jobs Act. Da un lato Renzi dall'altra il Nuovo Centrodestra, che oggi, rinfoderata la sciabola, parla di ''passo avanti'' ma, lamenta, serviva più coraggio. Nel mirino c'è il reintegro che viene mantenuto in caso di licenziamento ingiustificato del lavoratore mentre Ncd puntava alla possibilità per l'azienda di scongiuralo, grazie all'opzione di un super indennizzo (l'opting out). Sindacati in ordine sparso: giudizio duro da parte di Cgil e Uil mentre per la Cisl si può migliorare.

Per Maurizio Sacconi la ''bozza di decreto delegato sul jobs act è certamente un passo avanti nel confronto con la regolazione vigente ma nel confronto con i bisogni della crescita non e' tale da dare un vero impulso ai comportamenti imprenditoriali. Piacerà agli avvocati per il doppio regime tra vecchi e nuovi assunti e la complessità giurisprudenziale. Non introduce l'auspicata certezza che poteva essere garantita solo dalla possibilità in ultima istanza di pagare sanzione e indennizzo anche in caso di condanna alla reintegrazione. E solo la certezza poteva rendere più convenienti i contratti permanenti. E' mancato il coraggio delle grandi scelte". Parla di ''compromesso sui licenziamenti individuali'' il deputato Ncd Fabrizio Cicchitto che ''ci ripromettiamo di migliorare in sede di confronto parlamentare". Per Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale Ncd, l'introduzione dell'opting out avrebbe dato all'imprenditore ''la libertà psicologica di assumere un dipendente sapendo che questo atto non si trasformerà in un vincolo indissolubile anche contro ragione". Per questa ragione, insiste Quagliarello ''il giudizio di Ncd resta costruttivamente critico e per questo nonostante il passo avanti che rivendichiamo come frutto della nostra perseveranza, la nostra battaglia non è chiusa''.

La correzione di rotta dell'Ncd viene salutata con sarcasmo dal presidente della commissione Lavoro, Cesare Damiano (Pd): "Dopo aver minacciato l'altro giorno una crisi di governo se non passavano nel Jobs Act l''opting out' e lo 'scarso rendimento', la destra di governo è venuta a più miti consigli: dopo la delusione di ieri siamo al 'passo avanti' di oggi. Noi continuiamo, invece, coerentemente sulla nostra strada: dopo aver fermato e cancellato queste due proposte dell'Ncd che avrebbero concesso al datore di lavoro totale libertà di licenziare e di risarcire il lavoratore anche nel caso in cui il giudice avesse deciso il reintegro, ci batteremo per limitare ai licenziamenti individuali le nuove norme, escludendo quelli collettivi". Damiano rivendica poi che, ''pur nei limiti e nelle contraddizioni della Delega lavoro, è passata anche la nostra proposta per una indennità di disoccupazione che dura fino a 24 mesi e che include nella tutela i giovani precari".

ARTIGIANI E PMI LO PROMUOVONO - Jobs Act promosso da artigiani e piccole imprese. Secondo un’indagine realizzata nei giorni scorsi dalla Cna, la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, su 1630 imprese associate, il provvedimento ridurrà la segmentazione del mercato del lavoro e incentiverà la nuova occupazione a tempo indeterminato, senza aumentare i costi per le piccole imprese sotto i 16 dipendenti.

Contratto a tutele crescenti. Per il 53% delle imprese intervistate, infatti, il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti rappresenta una necessaria semplificazione rispetto ai contratti oggi esistenti. Per un’impresa su cinque produrrà vantaggi anche in termini di maggiore flessibilità nella gestione dei rapporti di lavoro.

Decontribuzione per le assunzioni. Per il 49,5% l’esonero dal versamento dei contributi sposterà la convenienza verso il contratto a tempo indeterminato. Gli effetti della decontribuzione sull’aumento dell’occupazione appaiono invece incerti. La decontribuzione appare la misura più idonea per rilanciare l’occupazione ma potrebbe risultare poco efficace senza la crescita economica del Paese. Per un imprenditore su cinque l’esenzione dal pagamento dei contributi INPS aumenterà sicuramente la domanda di lavoro. Tuttavia, secondo il 71,7% delle imprese, è necessario che prima migliorino le condizioni economiche dell’Italia. Non a caso sono le imprese operanti nei settori maggiormente colpiti dalla recessione (costruzioni e impiantistica) a ritenere che il Jobs Act, da solo, rischia di non essere sufficiente a fare ripartire l’occupazione.

Licenziamenti. Per le imprese intervistate l’articolo 18 non risulta essere il problema principale dell’attuale normativa sul lavoro. Nel complesso, circa il 51% delle imprese dichiara di non avere avuto mai la necessità di licenziare i propri dipendenti. Per oltre una impresa su tre (34,5%) la risoluzione dei rapporti di lavoro è avvenuta sempre in maniera consensuale. L’assenza di conflittualità aumenta nelle imprese più piccole nelle quali essa rappresenta un autentico valore per i rapporti, spesso molto stretti, che legano gli imprenditori ai dipendenti.

Tfr in busta paga. Preoccupa soprattutto le imprese più grandi. Per il 23,5% delle imprese intervistate l’erogazione anticipata del TFR non avrà alcun impatto sugli equilibri finanziari aziendali. Il restante 76,5% dei rispondenti ritiene, invece, che l’anticipo del TFR potrebbe originare problemi di liquidità anche gravi. Le maggiori perplessità vengono espresse dalle imprese di dimensione maggiore, per le quali l’erogazione anticipata dei TFR, risulta più onerosa da sostenere.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza