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Entra nel vivo la partita della successione, a Renzi il ruolo di player principale

13 gennaio 2015 | 19.38
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Il premier convoca domani la segreteria e venerdì la Direzione e lavora sull'identikit del nuovo arbitro del Colle. Al Nazareno escludono un incontro con Berlusconi a breve. Intanto impazza il totonomi tutto centrato sui politici. Tengono Veltroni, Franceschini e, a sorpresa, Amato.

Napolitano con Renzi (Flickr/Palazzo Chigi)
Napolitano con Renzi (Flickr/Palazzo Chigi)

"Da domani si comincia a giocare, sul serio". E' tutta rivolta all'annunciato addio del capo dello Stato l'attenzione del Palazzo. In una atmosfera quasi sospesa, in Transatlantico l'argomento è uno solo. Specie in casa Pd, dove un altro sguardo attento è rivolto a Matteo Renzi. Il premier da domani formalmente inizierà a dare le carte nel complicato gioco che porta alla scelta del nuovo presidente della Repubblica.

Da segretario del maggior partito e presidente del Consiglio, spetta di fatto a Renzi giocare un ruolo chiave in questa fase, tenere il pallino. E concretamente il premier, ben consapevole di questo, ha iniziato a muoversi. Domani, alle 7,30, è convocata la segreteria del partito. Difficile che l'argomento non venga toccato. Unico dubbio, il 'timing' dell'addio di Napolitano, atteso in mattinata. Con il presidente in carica sarebbe uno sgarbo parlare di successione.

Comunque in segreteria quanto meno si dovrebbe fare cenno alla Direzione convocata per venerdì prossimo. Quella sì passaggio cruciale sulla via del dopo-Napolitano. Il punto da cui si partirà, Renzi lo ha già detto, sarà l'appello all'unità del partito. "La mia preoccupazione è quella di evitare quello che successe nel 2013", aveva chiarito il premier ospite a 'Otto e mezzo'. Per il resto, quasi tutti nel Pd concordano sul fatto che è ancora presto per mettere insieme in modo utile gli indizi dell'identikit del nuovo inquilino del Colle. Oggi a Strasburgo Renzi ha parlato di "un arbitro saggio" ma "non il giocatore di una delle due squadre". Un no ad un politico?

"Non credo -rifletteva un dirigente dem-. Anzi, arbitro vuole dire che deve conoscere il gioco. Non può essere un estraneo". Tra l'altro, fanno osservare alte fonti, con lo scenario internazionale scosso dagli ultimi eventi terroristici e (riflessione più sottile) con le altre due prime cariche dello Stato di estrazione 'laica', un capo dello Stato politico sarebbe quasi una necessità. Restano quindi alte nel totonomi le quotazioni di Walter Veltroni o Dario Franceschini.

Ma terrebbe anche, a sorpresa, Giuliano Amato ("che ha una pensione in meno di Rodotà", era la battuta che circolava oggi in Transatlantico). Così come quello di Sergio Mattarella. Ma la strada è ancora lunga. Un ruolo chiave lo rivestono Luca Lotti e Lorenzo Guerini. In Direzione potrebbe essere anche formalizzata la 'mission' degli sherpa dem di cui farebbero parte i capigruppo Speranza e Zanda. Un deputato democratico oggi non aveva dubbi: "Si guarderà prima al consenso e poi al dissenso su un nome". Contatti e colloqui, già avviati dai vertici 'dem' tra parlamentari, da domani si intensificheranno. Al momento, pur se la voce è tornata a circolare, fonti autorevoli del Nazareno escludono un incontro tra Renzi e Berlusconi.

Il premier, come è noto, ha indicato la quarta votazione come quella buona. L'idea è quella di arrivare all'assemblea dei grandi elettori dem (a ridosso dell'ultimo week end del mese?) con il nome buono. Senza rose. Pallottoliere alla mano, al Nazareno conterebbero su un centinaio di voti sicuri di Fi. Non di più, ma "nemmeno di bocca così buona". Ben disposti quindi rispetto alle proposte Pd. Nelle prime votazioni i dem hanno indicazione di votare scheda bianca, anche di fronte al nome di Prodi che potrebbe raccogliere consensi trasversalissimi (parte del Pd, Sel, M5s) anche per mettere in difficoltà il premier. A quorum abbassato, il gioco si farà duro. Fino ad allora il totonomi impazzerà, comprendendo tra i tanti Ugo De Siervo (pare non graditissimo a Berlusconi), Piero Fassino, Anna Finocchiaro, Paolo Gentiloni, Pierluigi Castagnetti, Graziano Delrio, Roberta Pinotti, Arturo Parisi, Raffaele Cantone, Pietro Grasso. La partita ha appena preso il via.

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