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Quirinale: M5S 'congela' quirinarie e attende mosse Renzi, non bruciamo nomi

14 gennaio 2015 | 18.58
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L'imbarazzo su Prodi, tra i 'papabili' mentre promuoviamo referendum anti-euro? Dissidenti ragionano sullo strappo, una quindicina pronti a lasciare tra Camera e Senato. Lombardi scherza coi suoi, 'se eleggono Veltroni mi do fuoco in Aula'

Beppe Grillo - INFOPHOTO
Beppe Grillo - INFOPHOTO

Quirinarie del M5S 'congelate' per non bruciare nomi nella corsa al Colle. Le consultazioni in Rete si faranno, ma sono ancora da decidere modalità e termini. Con ogni probabilità, si terranno a ridosso del voto per il Quirinale, fissato al 29 gennaio. "Non facciamo nomi non perché siamo fermi sulle gambe - puntualizza Danilo Toninelli, l''uomo riforme' del Movimento - ma perché è il sistema malato che non ce lo consente. Se li facciamo, ce li bruciano". Sulla rotta Milano-Genova si ragiona con il 'direttorio' su modalità e tecnicismi delle 'quirinarie'. Tra le opzioni, una lista di nomi da sottoporre al vaglio della Rete e non consultazioni 'aperte' come la volta scorsa. Ma si guarda anche a quello che farà Renzi, "purché tutto avvenga alla luce del sole", puntualizzano i grillini. "Se Renzi ha il coraggio che dice di avere - dice all'Adnkronos Danilo Toninelli - levi la maschera e faccia il suo nome sul Colle pubblicamente, avrà un Movimento di persone oneste e responsabili pronte a valutarlo e, se è valido, a votarlo".

I 5 Stelle, viene ribadito, decideranno con la Rete. L'auspicio è che Renzi cali sul tavolo i nomi con qualche giorno di anticipo rispetto alla data di convocazione del Parlamento. Mentre qualcuno, in casa M5S, guarda a Romano Prodi in chiave strategica: sul nome dell'ex premier si potrebbe trovare la quadra con la minoranza dem per mettere il premier con le spalle al muro. Ma si tratta di una netta minoranza. Per i più il nome di Prodi metterebbe solo a disagio i 5 Stelle: "consultiamo la Rete su Prodi, il padre dell'euro, mentre in piazza raccogliamo le firme per dire addio alla moneta unica?", ragiona a Montecitorio un fedelissimo.

Certo, se si convergesse davvero sul nome di Prodi, i 5 Stelle con ogni probabilità sottoporrebbero la candidatura alla Rete perché, di fatto, fu la Rete stessa a indicare l'ex premier tra i 'papabili' nelle scorse Quirinarie. E per Toninelli, "dopo la quarta votazione per il Pd c'è solo Prodi, se Renzi vuole tenere in piedi questa legislatura allora venisse a chiederci il voto. Aspettiamo la loro mossa, hanno la maggioranza devono farla loro". Anche perché, a detta dei grillini, sulla partita del Colle il premier non è poi così sicuro come sembra. "A mio avviso sta bluffando - dice Carla Ruocco, membro del 'direttorio' voluto da Grillo e Casaleggio - millanta sicurezza ma non ne ha". Quanto ai nomi a cui, in questi giorni, vengono attribuite le simpatie dei grillini, Toninelli è netto: Sabino Cassese "è una copia di Amato, un tecnocrate prostrato a Renzi e garante delle banche e della finanza europea"; mentre Sergio Mattarella, "è un democristiano di lungo corso, in piena continuità col passato. Entrambi pericolosissimi, il contrario di ciò che servirebbe al Paese". Ferma e decisa, poi, la stroncatura di Walter Veltroni, nel mirino dei 5 Stelle da sempre. Oggi qualcuno in transatlantico raccontava la reazione di Roberta Lombardi davanti al nome dell'ex sindaco tra i possibili candidati al Colle. "Se lo fanno Presidente mi do fuoco in Aula", avrebbe scherzato l'ex capogruppo con i colleghi. Intanto i dissidenti ragionano sul da farsi. La partita del Quirinale rischia di anticipare i tempi dello strappo: una quindicina, tra Camera e Senato, potrebbero lasciare nei prossimi giorni.

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