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Cofferati se ne va, terremoto nel Pd. Civati: "Con voto di scambio il partito imbarca la destra"

17 gennaio 2015 | 17.10
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Cuperlo: "Il suo addio una ferita". Fassina: "La direzione affronti la vicenda ligure. C'è malessere profondo, Renzi va verso i poteri forti"

 (Infophoto)
(Infophoto)

L'addio di Sergio Cofferati al Pd scatena dibattito e reazioni non solo all'interno del partito. Dura la posizione del deputato 'ribelle' Pippo Civati, che sul suo blog scrive: "Il Pd imbarca con orgoglio la destra (ligure e non solo) e perde molti elettori, tra i quali Sergio Cofferati. Diciamo che si tratta di un voto di scambio, come tanti in questi giorni: dentro la destra, fuori la sinistra". "Sono cambiati i nasi, diciamo, rispetto alle primarie napoletane di qualche anno fa", aggiunge Civati richiamando le primarie annullate a Napoli nel 2011.

Stefano Fassina, deputato Pd ed esponente della minoranza del partito, auspica che "Renzi chiami Cofferati" e auspica "una direzione del Pd per affrontare al più presto la vicenda ligure" che ha portato alle dimissioni dell'europarlamentare dem. Per Fassina, "la replica di Renzi in direzione ha aggravato il quadro". "Credo - aggiunge all'Adnkronos - che qualcuno non sia particolarmente dispiaciuto" dell'addio di Cofferati "perché lo vede come un aiuto per ricollocare il Pd in un'ottica di centrodestra".

Fassina osserva poi che "la scelta di Cofferati di lasciare il Pd è molto rilevante per il partito ed è indicativa di un malessere profondo di un'ampia parte del nostro popolo". Secondo il deputato Pd il malessere diffuso nel popolo del centrosinistra è stato "anche quantificato nelle elezioni regionali in Emilia Romagna, con quasi 700mila voti perduti a causa dello spostamento del Pd di Renzi verso i poteri forti". Prove ne sono, a detta di Fassina, "il decreto fiscale che premia i grandi evasori e punisce le partite Iva e, da ultima, la vittoria in Liguria" della candidata Raffaella Patia, "in un patto con la destra che stravolge l'alleanza definita dagli organi regionali di partito".

Per Gianni Cuperlo, della minoranza del Pd, "l'uscita di Sergio Cofferati dal Pd è una ferita per chiunque abbia creduto con passione alla costruzione di una grande forza della sinistra. Lo è in sé, per la storia e la biografia di Sergio. Lo è doppiamente per le ragioni che la motivano". "E' sbagliato e offensivo - spiega Cuperlo all'Adnkronos - liquidare la decisione di Cofferati come una reazione stizzita all'esito delle primarie in Liguria. E farebbero bene i vertici del mio partito a tacitare reazioni improntate a questo tenore''.

''Sergio lascia il Pd denunciando pratiche e inquinamenti che hanno alterato non il risultato di alcuni seggi, ma la natura di uno strumento di partecipazione e decisione come le primarie. Nelle sue parole c'è la denuncia non solo di un malcostume, ma di una mutazione della identità del Pd. Si può reagire a un fatto simile con una scrollata di spalle?'', chiede Cuperlo.

''Lo chiedo - continua - con tutta la preoccupazione e l'amarezza del momento: si può fingere che nulla sia accaduto e voltare pagina magari con l'atteggiamento di chi pensa 'tutto sommato, un problema di meno'? Penso di no, che non si possa e non si debba fare. Chiedo alla segreteria del mio partito di aprire un confronto su quanto sta accadendo e a Sergio mi permetto di rivolgere l'appello a non chiudere la porta di un ripensamento che in tante e tanti vedremmo come un atto di disponibilità da parte di una personalità preziosa per la sinistra italiana e il Partito democratico", conclude l'esponente dem.

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