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Battaglia sull'Italicum: via 35mila emendamenti.

21 gennaio 2015 | 12.20
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I voti al Senato a favore della proposta di modifica di Esposito sono stati 175, 110 i voti contrari e due astenuti. L'Aula ha bocciato entrambi gli emendamenti Gotor alla legge elettorale. Caos nel Pd, l'ex segretario del partito riunisce 140 tra deputati e senatori di tutte le aree interne ai Democratici. Berlusconi: "Forza Italia centrale, il premier non ha più la maggioranza al Senato". Il presidente del Consiglio a Davos: "Per l'Italia il futuro è ora"

Battaglia sull'Italicum: via 35mila emendamenti.

Il Senato ha approvato l'emendamento Esposito che recepisce l'Italicum 2. I voti a favore sono stati 175, 110 i voti contrari e due astenuti. Il vice presidente del Senato Roberto Calderoli ha quindi specificato che a seguito della votazione, sono preclusi 35mila emendamenti sui 47mila presentati.

L'Aula del Senato aveva precedentemente bocciato entrambi gli emendamenti Gotor alla legge elettorale. Il primo emendamento a essere respinto - hanno votato contro 170 senatori, a favore 116 (tra cui M56), 5 gli astenuti - è stato quello volto a introdurre una proporzione del 70 e 30% tra eletti e nominati. Il Senato ha bocciato anche la seconda proposta con 168 no, 3 astensioni, mentre 108 senatori hanno votato a favore.

Il voto sulla legge elettorale ha spaccato Pd. Pierluigi Bersani, che ha riunito circa 140 tra deputati e senatori di tutte le aree interne ai Democratici, ha sottolineato: "Renzi sa benissimo che sulla legge elettorale c'era una possibile mediazione e non ha voluto mediare. Ora spetta a lui dire se si deve partire dall'unità del Pd". Mentre il leader di Fi Silvio Berlusconi ha commentato: "Noi centrali, il premier non ha più la maggioranza al Senato".

Il cosiddetto 'super canguro' ricalca l'Italicum 2 ma proceduralmente consente, se approvato, una drastica riduzione dei tempi. L'emendamento prevede: liste di candidati presentate in 20 circoscrizioni elettorali suddivise nell’insieme in 100 collegi plurinominali. In ciascuna lista i candidati sono presentati in ordine alternato per sesso, i capolista dello stesso sesso non eccedono il sessanta per cento del totale in ogni circoscrizione, nessuno può essere candidato, in più collegi, neppure di altra circoscrizione, salvo i capolista nel limite di dieci collegi.

Inoltre, l’elettore può esprimere fino a due preferenze, per candidati di sesso diverso tra quelli che non sono capolista; i seggi sono attribuiti su base nazionale con il metodo dei quozienti interi e dei più alti resti; accedono alla ripartizione dei seggi le liste che ottengono, su base nazionale, almeno il tre per cento dei voti validi; sono attribuiti comunque 340 seggi alla lista che ottiene, su base nazionale, almeno il 40 per cento dei voti validi o, in mancanza, a quella che prevale in un turno di ballottaggio tra le due con il maggior numero di voti, esclusa ogni forma di collegamento tra liste o di apparentamento tra i due turni di votazione.

Sono proclamati eletti, fino a concorrenza dei seggi che spettano a ciascuna lista in ogni circoscrizione, dapprima, i capolista nei collegi, quindi i candidati che hanno ottenuto il maggior numero di preferenze; i collegi elettorali sono determinati con decreto legislativo da emanare entro il termine e secondo i principi e i criteri direttivi stabiliti dalla presente legge. C'è, infine, la 'clausola di salvaguardia, per cui la Camera dei deputati è eletta secondo le disposizioni della legge in questione a decorrere dal 1º luglio 2016.

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