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Quirinale: nel Pd derby degli ex, Renzi va avanti e domani rivede i parlamentari

27 gennaio 2015 | 19.59
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Sale la tensione tra i grandi elettori, in Transatlantico colloqui tra Franceschini, Fioroni, Bindi e Letta. Totonomi, su Finocchiaro, tengono Fassino e Amato ma anche Delrio.

Matteo Renzi - INFOPHOTO
Matteo Renzi - INFOPHOTO

"Solido". Matteo Renzi l'avrebbe ripetuto più volte oggi nel corso delle consultazioni sul Quirinale al Nazareno. E' il requisito che, secondo il premier, dovrebbe avere il prossimo inquilino del Quirinale. Che Renzi, come hanno raccontato le delegazioni che sono state alla sede del Pd, punta con decisione ad avere sabato prossimo.

Il premier ha ascoltato le considerazioni delle varie delegazioni, ha convenuto su alcuni elementi oggettivi come sul fatto che il nome del presidente deve unire ed essere di livello. Sul resto, è giallo. Più delegazioni hanno sostenuto (anche pubblicamente al termine dell'incontro) sul fatto che il premier abbia lasciato intendere di pensare ad un politico e non a un tecnico. Altri che Renzi abbia spiegato come se il Parlamento si incartasse oltre la quarta votazione, il proseguio della legislatura sarebbe a rischio ("ma in realtà parlava al Pd", ha sussurrato uno dei consultati lasciando la sede dem).

Il Nazareno ha smentito con nettezza entrambe le ipotesi, parlando di "ricostruzioni del pensiero di Renzi che non corrispondono alla realtà". Comunque, di certo dalle consultazioni al Nazareno non è uscito nulla sul nome che il Pd intende fare per il Quirinale. Non dovrebbe servire a questo nemmeno l'assemblea di deputati e senatori convocate per domani alle 8 e alle 9,30, rispettivamente. Si tratterebbe, salvo colpi di scena, di un altro passo nel percorso di condivisione nel partito che il premier/segretario si è posto come punto di riferimento.

ex popolari in agitazione per candidature considerate "sbagliate"

Quindi è rimasto deluso chi si aspettava oggi dal Nazareno indicazioni chiave sulla via del Quirinale. Non a caso si parla sempre di un faccia a faccia tra Renzi e Berlusconi (che oggi non è andato alla sede Pd) e di un incontro del premier con Bersani per domani. In questo scenario, con le votazioni che si avvicinano sempre di più, la tensione tra i grandi elettori cresce.

"C'è il rischio concreto di un candidato sbagliato, che va bloccato", è stata la parola d'ordine che circolava oggi in Transatlantico tra l'ampio fronte degli ex Dc. In vari momenti si sono appartati in diversi colloqui Beppe Fioroni, Dario Franceschini, Rosy Bindi. Ad un certo punto si è unito anche Enrico Letta, che poco dopo però si è affrettato a chiarire: "Con me, si perde tempo". L'ex premier è stato a lungo 'corteggiato' da Pippo Civati, 'main sponsor' in questo momento di Romano Prodi.

Il fronte cattolico si sarebbe saldato in conseguenza dei nomi che vengono dati come più gettonati: Anna Finocchiaro (oggi in grande ascesa) e Piero Fassino. Ma, secondo altri, ad agitare gli ex Dc sarebbe anche la candidatura di Graziano Delrio, moderato e quindi considerato buono anche dal centrodestra ma che sconterebbe la sua vicinanza al premier. Al mondo dello scudocrociato andrebbe bene Sergio Mattarella, agitato anche come contrappeso a Giuliano Amato, che non esce dal totonomi. Meno, rispetto ai giorni scorsi, sono circolati i nomi di Walter Veltroni e Pier Carlo Padoan. Non è servita come invito alla calma nemmeno la presenza in Transatlantico di Ciriaco De Mita: "Il presidente della Repubblica non si elegge imponendo nomi o spaccando", ha ammonito l'ex leader Dc ricordando il caso Cossiga.

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