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Colle, non c'è accordo sul nome. Domani nuovo round Berlusconi-Renzi

28 gennaio 2015 | 08.55
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Due ore di faccia a faccia tra il premier e il leader di Forza Italia a Palazzo Chigi. Cav a grandi elettori azzurri: Renzi ha accettato nostri no. Prima del leader di Forza Italia, l'incontro con Bersani. Il premier all'assemblea dem: "Nome ancora non c'è, ma 'no' diktat da Forza Italia". Totonomi: Mattarella o Amato ma avanza il terzo uomo. Lega e FdI puntano su Vittorio Feltri. I Cinque Stelle lanciano l'ex segretario dem. Ora candidato ma due anni fa... guarda lo streaming /SPECIALE

Colle, non c'è accordo sul nome. Domani nuovo round Berlusconi-Renzi

Girandola di incontri a palazzo Chigi per il premier Matteo Renzi sul nodo del Colle (SPECIALE). Silvio Berlusconi e, prima, Pier Luigi Bersani. Ma la partita sembra ancora aperta.

Renzi-Berlusconi Un faccia a faccia quello tra Renzi e il leader di Forza Italia durato circa due ore ma conclusosi senza un accordo sul nome per il dopo Napolitano. Domani, in mattinata, dovrebbe tenersi un nuovo round per superare i dubbi sui rispettivi candidati principali, Sergio Mattarella dalla parte del Pd, Giuliano Amato da quella di Forza Italia.

Totonomi: Mattarella o Amato ma avanza terzo uomo - A poche ore dalla prima votazione dei grandi elettori, si tratta ancora. In tanti, però, in questa situazione vedono i due principali candidati eliminarsi a vicenda a favore di un terzo nome. Il totonomi, a questo punto, torna a ruotare intorno a una rosa abbastanza ristretta: Piero Fassino o Walter Veltroni, Dario Franceschini, Pier Carlo Padoan, Graziano Delrio.

I 'no' di Berlusconi a Renzi - Subito dopo il faccia a faccia con Renzi, Berlusconi ha incontrato i grandi elettori di Forza Italia. Ho sentito in giro nomi di persone che sono poco conosciuti dalla gente come Cantone... Ecco, noi abbiamo detto no a candidati poco popolari e poco noti. Durante la riunione dei 'grandi elettori' azzurri per il Colle, Silvio Berlusconi avrebbe parlato del toto-Quirinale di questi giorni, senza fare alcun nome, tranne uno, quello del magistrato Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità anticorruzione. Il Cav avrebbe indicato i suoi 'paletti', rivelando di aver detto vari 'no' a Matteo Renzi, a cominciare proprio dalla candidatura di Cantone. Durante l'incontro di oggi a palazzo Chigi, avrebbe precisato l'ex premier, con Renzi abbiamo delineato l'identikit di un politico, che sia autorevole, credibile presso le cancellerie europee e super partes. In particolare, l'ex premier avrebbe avvertito che Forza Italia non voterà mai un nome troppo radicato a sinistra, chi nelle trascorse elezioni è stato nostro avversario e chi ci ha dimostrato inimicizia nel passato. Parole, che la maggior parte dei parlamentari presenti, hanno interpretato come una bocciatura senza riserve per la corsa di qualsiasi tecnico (Pier Carlo Padoan e Ignazio Visco), di Romano Prodi e Sergio Mattarella, di esponenti troppo di sinistra (come Walter Veltroni, Piero Fassino e Sergio Chiamparino). Il Cav, almeno stando al suo intervento, avrebbe tenuto il punto su Pier Ferdinando Casini e Giuliano Amato. Di certo, l'accordo sul 'nome vero' al Colle ancora non c'è. Al momento, regge solo l'intesa sulla scheda bianca per i primi tre voti. Poi si sarebbe lamentato del fatto che gli ultimi tre Capi di Stato sono stati di sinistra. Abbiamo avuto la sfortuna di avere sempre presidenti della Repubblica a noi contrari e che hanno ostacolato la nostra azione politica e la nostra rivoluzione liberale... Il leader azzurro, raccontano alcuni presenti, avrebbe sottolineato: il presidente della Repubblica può incidere in decisioni della Cassazione e io ne so qualcosa... E ancora: hanno sempre nominato giudici costituzionali di sinistra che abrogavano le nostre leggi...

Renzi-Bersani - Prima, verso mezzogiorno, Renzi ha incontrato Pier Luigi Bersani. "Abbiamo cominciato a ragionare, abbiamo ragionato bene. La strada è ancora lunga, ci sono ancora alcuni giorni", ha detto l'ex segretario del Pd incrociato a Montecitorio che sul colloquio si è limitato a dire: "Certo che abbiamo parlato di nomi".

In mattinata il premier-segretario all'assemblea dei deputati del Pd ha informato i grandi elettori che Forza Italia "chiede che non vi sia nessuno che abbia avuto una storia militante nel nostro partito. Ma noi - ribadisce - non accettiamo veti". E poi ha aggiunto: "Anche se i giornali ne danno uno certo al giorno, il nome ancora non c'è perché abbiamo deciso di trovarlo insieme".

Sono contraente del patto del Nazareno e "lo rivendico", e "ad eccezione del 2006 Forza Italia ha sempre espresso un presidente. Ma non accettiamo diktat da quel partito", ha spiegato Renzi. Fermo restando, dice il premier ai deputati dem, che dalle consultazioni di ieri al Nazareno è emerso un riferimento forte a "una figura politica".

"Sono molto ottimista" sull'elezione del nuovo capo dello Stato, "ma questo è un passaggio a viso aperto e con il vento in faccia in cui è in gioco leadership e credibilità del Pd". La mia idea, ha aggiunto, è che "non possiamo andare oltre il week end" per l'elezione del Capo dello Stato, perché "significherebbe dare l'idea di un Paese che non sa uscire dalla palude". Il borsino dei candidati al Quirinale "è più fluttuante del Nasdaq, ognuno ha un suo candidato", scherza il premier. Che poi rivela: nel corso della giornata sono in programma incontri con "molti di noi", personalità con una storia importante. Renzi, racconta chi l'ha ascoltato, ha anche spiegato che queste "personalità" che ha già sentito "sono tutte disponibili a mettere in campo non se stessi ma altri".

Per il M5S è il giorno delle Quirinarie - "Guarda e impara cos'è la trasparenza e la partecipazione!", ha scritto in un tweet Beppe Grillo, postando il link della diretta streaming della riunione plenaria del movimento sul Quirinale. "Mancano circa 24 ore all'inizio delle votazioni per il Presidente della Repubblica e circa 400 parlamentari del Pd non sanno ancora chi votare. Renzi ancora non gli ha detto chi dovranno ricopiare sulla scheda. Per ora gli ha solo imposto di votare scheda bianca", ha tuonato Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e membro del direttorio M5S.

Di Battista propone Bersani - E durante l'assemblea a sorpresa arriva l'intervento di Alessandro Di Battista he avanza il nome di Pierluigi Bersani, "non ho detto che lo voterò - chiarisce - ma potrebbe essere un'opzione". Il nome dell'ex segretario dem, va, secondo Di Battista, contro il patto del Nazareno, "un patto familistico - accusa il grillino - per salvaguardare gli interessi della famiglia Boschi, della famiglia Renzi e della famiglia Verdini. Reputo opportuno - spiega Di Battista - ci possa essere un uomo loro che possa mettere in discussione un patto criminale come questo", e che "con un Presidente della Repubblica scendiletto, trasformerebbe la Repubblica in una dittatura". Ecco perché "reputo ci possa essere anche il nome di Bersani, nonostante come premier non l'abbiamo voluto e non lo vorremmo mai - puntualizza - chissà, chissà non possa tenere la schiena dritta rispetto a un patto massonico come questo. Non ho detto che lo voterò, ma può essere un'opzione".

Salvini-Meloni: nostro candidato è Vittorio Feltri - Dal canto loro la Lega e Fratelli d'Italia-An candidano Vittorio Feltri per la Presidenza della Repubblica, "spirito libero, indipendente, un po' anarchico". Lo annunciano in una conferenza stampa il segretario del Carroccio Matteo Salvini e la presidente di Fdi Giorgia Meloni. "Non mi piace la scheda bianca, non ci piace -dice Salvini- chi decide di non decidere". Quindi ecco "un segnale di speranza, un segnale di ricostruzione, di un'alternativa seria a Renzi, un segnale a chi vive fuori dal palazzo", perché "c'è vita anche oltre Renzi, anche dopo Renzi sorgerà e tramonterà il sole". "Non è una candidatura di bandiera, speriamo -aggiunge Meloni- che possa aggregare" tutto il centrodestra. "Mi chiedo come Berlusconi e Alfano possano preferire a Vittorio Feltri, Pier Carlo Padoan o Giuliano Amato".

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