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Quirinale: Renzi si appella a tutti gli elettori, Mattarella 'vede' il Colle con sì ampio

30 gennaio 2015 | 20.33
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tensioni per le scelta di Ncd di votare scheda bianca, poi un faccia a faccia tra il premier e Alfano. I renziani scommettono: "I voti saranno oltre 600 e anche Berlusconi o molti dei suoi sono pronti a dire sì...".

Matteo Renzi
Matteo Renzi

"Siamo sereni no, non si può dire. Ma siamo tranquilli sì, questo sì". Matteo Orfini nel tardo pomeriggio scioglie la tensione con una battuta, al termine di una giornata non semplice. La candidatura di Sergio Mattarella può affrontare il voto di domani mattina, il quarto, a quorum abbassato, con una rincorsa più che sufficiente: "In questo momento siamo oltre i 600 voti. Ma non è detto che non siano anche di più", è il calcolo che viene fatto dal ristretto gruppo di parlamentari renziani messi al 'pallottoliere' per il voto del capo dello Stato.

Nessuno, nel Pd, scioglie le dita ben incrociate. Ma l'ottimismo non manca. A tenere sulle spine i dem è stata la scelta dell'Ncd, scheda bianca. Da una forza di governo avrebbe oggettivamente creato più di un grattacapo all'esecutivo. "Il metodo di Renzi non è accettabile", è stata l'accusa mossa dai centristi al premier.

In serata, però, è Renzi a battere un colpo decisivo con un appello rivolto a tutti i grandi elettori. Due i passaggi chiave del discorso del premier: "Siamo di fronte alla concreta possibilità" che Mattarella "diventi il presidente della Repubblica con un voto ampio di settori della maggioranza e dell'opposizione". Inoltre, il voto di domani "non è una questione che riguarda un solo partito: la scelta del capo dello Stato interpella tutti, senza distinzioni".

incontro alla Camera, ruolo chiave di Casini e Napolitano

Parole che, in attesa di una riunione in serata degli alfaniani, sembrano aver superato i dubbi dei centristi. Ma nel corso della giornata la tensione non è mancata. Dopo pranzo, Renzi ha lasciato palazzo Chigi per spostarsi alla Camera per una riunione con i vertici Pd. In realtà, nelle sale del governo andava in scena un faccia a faccia con Alfano non privo di momenti tesi, in cui il premier ha spiegato al ministro dell'Interno l'incomprensibilità della scheda bianca.

E' mai possibile che il ministro dell'Interno, che comunica formalmente alle Prefetture l'esito della scelta del Parlamento, non voti il presidente della Repubblica? Un presidente della Repubblica, tra l'altro, della sua stessa cultura, della sua stessa terra e il cui nome è sinonimo di legalità? E' possibile che una forza che siede in Cdm dica di no a tutto questo? E' stato il succo del ragionamento del premier.

Alfano, poi, ha visto anche Luca Lotti, mentre una girandola di incontri faceva da contorno. Un ruolo chiave avrebbe giocato anche Pier Ferdinando Casini, presente in quei momenti. Anche se, raccontano, determinante sarebbe stata una conversazione tra Alfano e Giorgio Napolitano. A questo punto i renziani guardano oltre e scommettono: "Entrerà anche Berlusconi nella partita. Un bel pò di elettori di FI hanno già capito e sono pronti a votare Mattarella". Comunque sia, è lo stesso Renzi nel suo appello a definire Mattarella "presidente di tutti gli italiani" e ad auspicare la "più ampia convergenza possibile per il bene comune dell'Italia". Domani, i numeri diranno la verità.

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