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Quirinale: orgoglio Dc per elezione Mattarella, in Parlamento esultano gli 'ex'

31 gennaio 2015 | 17.20
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Da Fioroni a Tabacci, da Franceschini a Sanza riemerge per un giorno la comune appartenenza alla 'scuola' di piazza del Gesù. Formigoni sentenzia: un uomo della Prima Repubblica ha fondato la Terza. Lusetti: è fuori dalla mischia da anni per questo è stato eletto

Sergio Mattarella
Sergio Mattarella

Energiche strette di mano, rumorose pacche sulle spalle, abbracci e sorrisi panoramici. L'elezione di Sergio Mattarella fa esplodere in Transatlantico la gioia e la soddisfazione bipartisan degli ex Dc, che militano, più o meno equamente distribuiti, in tutto l'emiciclo. Da Fioroni a Tabacci, da Formigoni a Franceschini, i 665 voti ottenuti dal neo presidente fanno riemergere un legame che, oggi, le scelte individuali sembrano non aver logorato. Qualcuno parla di un ritrovato orgoglio Dc, della qualità scuola politica di piazza del Gesù, qualcun altro di un rappresentate della Prima Repubblica che corre in soccorso della Terza.

"Per fondare la Terza Repubblica - osserva infatti Roberto Formigoni - si è dovuto ricorrere alle risorse della Prima. Si vede che quella politica non era così disprezzabile, come si tende a fare credere. Ho detto fin dall'inizio: nulla quaestio sulla persona e sulle qualità di Mattarella, ma ricordo che noi nella Dc appartenevamo a correnti diverse. Lui con De Mita, io militavo nell'area di centro destra. Ciò non toglie che Mattarella ha le doti e le qualità che la Dc ti costringeva a avere, perché era una vera scuola di politica".

"Dopo tre lustri - ha fatto notare Beppe Fioroni - si elegge un cattolico alla presidenza della Repubblica, nel corso degli anni abbiamo eletto rappresentanti della cultura laica, superando le contrapposizioni della storia. Oggi registro con piacere che intorno al nome di Sergio Mattarella si è ritrovata l'unità del Pd e anche una grande convergenza del Parlamento. La Dc è stata consegnata alla storia, ha lasciato però una classe dirigente di uno spessore, di una capacità e di una competenza che può rendere ancora oggi grande servigio al Paese".

Franceschini, politica cementa gli affetti - Lusetti, ricompattati per un giorno

"Prima di tutto - premette il ministro della Cultura Dario Franceschini - voglio dire che è una bellissima giornata per il Paese, perché va al Quirinale una persona rigorosa di grande equilibrio e competenza. Naturalmente a questa soddisfazione si aggiunge la felicità personale per i rapporti di affetto e di amicizia cementati da un percorso politico comune e per i tanti anni di militanza trascorsi insieme".

"Io - aggiunge Gianpaolo D'Andrea, deputato popolare dell'Ulivo e più volte sottosegretario nei governi di centro sinistra - non parlerei di un ritorno al passato ma della validità di alcuni valori, di stili di comportamento e di una scuola politica, quella Dc, appunto, che riconosciamo a Sergio Mattarella e che sono comuni a tanti di noi. Mattarella è un uomo rigoroso, un intellettuale prestato alla politica. Farà bene al Quirinale e aiuterà il Paese".

"Mattarella -afferma Renzo Lusetti, ex deputato dell'Ulivo e della Margherita per cinque legislature - ha ricompattato un pò tutta l'anima democristiana che resiste in Parlamento. Molti di noi sono cresciuti insieme a Sergio. Quando 30 anni fa ero segretario dei giovani Dc, lui era commissario del partito a Palermo dove si viveva la stagione della 'Primavera di Palermo'. Con questo sistema di elezione, penso che il capo dello Stato lo possa fare solo uno che è fuori dalla mischia politica da qualche anno. Non voglio fare quello che dice 'l'avevo detto' ma, due mesi fa, ho pensato che Mattarella potesse essere la figura più indicata come lo fu Napolitano nel 2006".

Tabacci, politica è geometrica - Sanza, comune appartenenza non si cancella

"Con l'elezione di Mattarella - commenta Bruno Tabacci, oggi leader di Centro Democratico ma nel passato deputato Dc e presidente scudocrociato della regione Lombardia - vedo il riconoscimento di una tradizione politica che è stata importante nella storia italiana. Limitando il nostro raggio di osservazione all'attualità, dico Mattarella rappresenta il punto di equilibrio possibile. Siamo davanti alla conferma della 'geometria' della politica: chi in queste settimane aveva pensato a delle soluzioni tecniche o decorative, deve invece riconoscere che la politica ha bisogno che tutti i passaggi vengano fatti in maniera ordinata".

"Renzi - osserva ancora Tabacci - se ne è fatto portatore e ha fatto assolutamente bene. Mattarella non è stato candidato perché è un cattolico o un ex Dc ma perché è uno che rappresenta un punto di equilibrio all'interno del Pd. L'alternanza tra laici e cattolici non ha più senso, appartiene a un'altra era politica. Ci fosse stata una figura di ex comunista o della sinistra adatta a raccogliere il consenso, si sarebbe andati su lui. Non c'è bisogno di richiamare un principio non più rispettato".

"In questa vicenda - chiosa Angelo Sanza, parlamentare Dc con dieci legislature alle spalle della Prima e Seconda Repubblica - ci sono tre elementi da sottolineare: l'amicizia, che prescinde dalle posizioni politiche, poi c'è la storia personale e la militanza politica. La storia della Dc appartiene al passato e non è riproponibile per il futuro ma l'appartenza comune per tanti anni nello stesso partito non si può cancellare".

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