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Serracchiani, non esclude rinforzi alla maggioranza. Lupi, di responsabili si può morire

05 febbraio 2015 | 11.02
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Monito del ministro Ncd, non dimenticare la lezione del governo Berlusconi. Il vice segretario dem: FI si è rotta ma sulle riforme andiamo avanti, i numeri li abbiamo. Replica la Carfagna, grave errore averci trattato come una corrente del Pd

Serracchiani, non esclude rinforzi alla maggioranza. Lupi, di responsabili si può morire

Il terremoto politico che ha abbattuto il Patto del Nazareno scuote la politica. Forza Italia ha rescisso il contratto e il Pd vuole correre ai ripari con una 'maggioranza di scorta' per fare le riforme costituzionali e approvare la legge elettorale. E' lo scenario che sembra emergere dalle parole del vice segretario dem, Debora Serracchiani: andiamo avanti, i numeri li abbiamo e non esclude nuovi ingressi nella maggioranza al Senato, dove il governo è numericamente più debole e dove il supporto di Fi lo ha messo più volte al riparo.

"Non escludo l'aiuto di altre forze e chi appoggerà il governo, proveniendo da partiti al di fuori della maggioranza, non è uno Scilipoti qualsiasi, ma persone consapevoli delle responsabilità verso l'Italia'', ha dichiarato, senza risparmiare una stoccata al partito di Berlusconi. "Mi sembra di poter dire che non è saltato o che non si sia rotto il patto, si è rotta Forza Italia e noi non possiamo rincorrere le correnti di Forza Italia. L'auspicio è che loro stiano sulle riforme. Se non è così a noi semplifica la vita l’assenza di Berlusconi e di Brunetta". Del resto, conclude, "i numeri ci sono e andremo avanti''. Parole che, tuttavia, non rassicurano il Nuovo centrodestra che sembrava invece essere uscito soddisfatto dal chiarimento con Matteo Renzi, dopo lo scontro sull'elezione di Sergio Mattarella al Quirinale. "confermo che l'incontro è stato molto positivo", ha assicurato questa mattina Angelino Alfano.

Ma poi le cose sembrano aver preso un'altra piega e, infatti, nel pomeriggio, parlando di un possibile allargamento del perimetro della coalizione di governo, il ministro Maurizio Lupi, ha lanciato una sorta di avvertimento. "Di responsabili il governo Berlusconi è morto. Le lezioni devono servire a tutti e io spero che quella lezione serva. A noi è servita. Da quell'esperienza abbiamo imparato che se c'era una maggioranza politica, il governo era innovatore e aveva consenso nel Paese. Dopo, con la nascita di un gruppo di responsabili, legittimo ma privo di un progetto politico, il governo ha rallentato ed è morto".

"Io mi auguro che il percorso delle riforme possa continuare e sono dispiaciuto che si sia interrotto il patto del Nazareno, perchè il dialogo sulle riforme è un patrimonio del Paese. Ma ora con maggiore responsabilità dobbiamo portare avanti le riforme che servono all'Italia e mi auguro che anche al Senato si possa trovare quella convergenza che sembra essersi rotta dopo l'elezione del presidente della Repubblica".

Anche Mara Carfagna ha replicato alla Serracchaini. "Nel Pd - ha ribattuto la portavoce del gruppo di Fi alla Camera - hanno confuso il Patto del Nazareno con il Partito della Nazione. Un conto era condividere degli obiettivi e un metodo finalizzato a riscrivere insieme Costituzione e legge elettorale. Altra storia è illudersi di poter imporre a Fi la disciplina e il metodo che il premier si aspetta da tutti coloro che sta fagocitando dentro il Partito della Nazione. Le accozzaglie tipo Nuovo Ulivo - conclude - non ci sono mai interessate. Chiunque si fosse illuso di poterci trattare alla pari di minoranze interne al Pd ha commesso un gigantesco errore".

Dopo l'affondo di ieri, Raffaele Fitto è tornato sugli errori commessi da Fi nella partita per il Colle. "Non possiamo far finta di non vedere ciò che è accaduto. Abbiamo sbagliato tutto in questa fase, non abbiamo indovinato un solo passaggio politico. Peraltro c’è stato chi ha cercato di far notare gli errori che si compivano. Penso alla legge elettorale: approvarla con quel metodo, con quei tempi e con quel contenuto penso sia stato un suicidio politico rispetto anche ai passaggi successivi''.

Matteo Salvini la sua partita ha intenzione di giocarsela bene e, per ora, in solitario e contro un bersaglio grosso: Matteo Renzi. ''Non possiamo assolutamente distrarci, dobbiamo continuare a lavorare come se fossimo ancora al 4% -ha affermato il segretario della Lega Nord a Radio Padania - le dietrologie mi interessano poco, più che star dietro a quel che accade nel centrodestra, siamo al lavoro per costruire un progetto serio, alternativo a Renzi'''.

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