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Foibe: Mattarella, per troppo tempo pagina strappata nostra storia

10 febbraio 2015 | 18.37
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Il Capo dello Stato alla Camera per le celebrazioni, incontra le associazioni delle vittime e i loro famigliari. "Oggi nella casa europea non c'è posto per nazionalismo, odio razziale e pulizie etniche". Boldrini, Grasso e Renzi ricordano l'orrore di quei giorni. E Berlusconi rivendica, "il nostro governo volle l’istituzione di questa giornata".

Mattarella all'uscita di Montecitorio
Mattarella all'uscita di Montecitorio

E' il Giorno del Ricordo, il giorno in cui si preserva la memoria della tragedia delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata. Il neo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella non manca di far sentire la sua presenza e arriva a Montecitorio per le celebrazioni. A sorpresa premia gli studenti che hanno partecipato e vinto il concorso indetto dal Miur, tra gli sguardi emozionati dei ragazzi che gli stringono la mano. "Per troppo tempo - dice - le sofferenze patite dagli italiani giuliano-dalmati con la tragedia delle foibe e dell’esodo hanno costituito una pagina strappata nel libro della nostra storia". Il Capo dello Stato, nel giorno della sua elezione, aveva fatto visita alle fosse ardeatine. Oggi un altro gesto di 'cura' della memoria: lo sguardo rivolto al passato per non dimenticare giorni drammatici della storia d'Italia. Al Parlamento il Presidente riconosce di aver contribuito "a sanare una ferita profonda nella memoria e nella coscienza nazionale. Oggi la comune casa europea permette a popoli diversi di sentirsi parte di un unico destino di fratellanza e di pace. Un orizzonte di speranza nel quale non c’è posto per l’estremismo nazionalista, gli odi razziali e le pulizie etniche".

Prima di prendere parte alle celebrazioni, Mattarella ha incontrato le associazioni delle vittime e dei loro famigliari con i due presidenti di Camera e Senato. "L’Italia vi deve molto - ha detto Boldrini nel suo intervento, rivolgendosi agli esuli - perché con il vostro instancabile impegno avete impedito che venisse cancellata definitivamente la memoria dell’orrore del quale rimasero vittime migliaia di uomini, donne e bambini. Perché un Paese che nasconde la verità non può mai essere un Paese libero e democratico". Parole, le sue, che si rispecchiano in quelle che il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha affidato alla sua pagina Facebook. "Non esiste futuro per un Paese che sottovaluta o dimentica il proprio passato", ha infatti scritto il presidente. Anche il premier Matteo Renzi fa sentire la sua voce via Twitter. "Onoriamo il #giornodelricordo - ha infatti 'cinguettato' il premier - per non dimenticare l'orrore delle Foibe e il dramma dell'esodo che toccò a tanti nostri connazionali". Intanto, dall'opposizione, Silvio Berlusconi fa sentire la sua voce e rivendica: "Il nostro governo volle l’istituzione di questa giornata come risarcimento morale verso le vittime delle Foibe, ma anche per non consentire quella lettura di parte della storia patria che la sinistra per decenni ha tentato di imporre al fine di affermare una superiorità morale clamorosamente smentita dalla realtà”. Dunque rivolge un pensiero "a tutti coloro che furono condannati ad una morte atroce per la sola colpa di essere italiani e di non volersi assoggettare alla tirannide comunista. Ricordiamo con loro anche tutti gli italiani dell’Istria e della Dalmazia, costretti a lasciare la loro terra, la loro casa, i loro beni".

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