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Riforme: Grillo a testa bassa

14 febbraio 2015 | 15.54
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Dopo la conclusione dell'esame delle riforme alla Camera, il leader del Movimento Cinquestelle chiama le opposizioni a raccolta: dimettiamoci per spingere Mattarella a sciogliere le Camere. Ricorriamo alla Corte costituzionale contro le violazioni dei Regolamenti parlamentari. E se tutto ciò non basta, petizione al Capo dello Stato per ottenere le elezioni

Il leader del Movimento 5 stelle Beppe Grillo - {agenzia}
Il leader del Movimento 5 stelle Beppe Grillo - {agenzia}

E' golpe bianco, non resta altra via che andare al voto. Per farlo però occorre 'aiutare' il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a sciogliere le Camere, quindi tutti i parlamentari dell'opposizione e anche quelli della minoranza Pd si dimettano. Beppe Grillo torna ad attaccare a testa bassa dopo la conclusione alla Camera dell'esame del disegno di legge sulle riforme.

"Sulla questione delle riforme istituzionali -scrive sul suo blog il leader dei Cinquestelle in un post dal titolo 'Mattarella ultima speme?'- siamo al limite del colpo di Stato bianco, quello che non si fa con carri armati e rastrellamenti, ma con colpi di mano di maggioranza. C’è una sola via d’uscita: sciogliere il Parlamento ed andare subito a nuove elezioni".

Come? "Io sarei molto cauto nell’attaccare Mattarella", premette Grillo, perchè "un Presidente appena eletto è un Presidente debole politicamente, anche se è nella pienezza dei suoi poteri e sciogliere un Parlamento contro la volontà della maggioranza e con il parere contrario dei Presidenti di Camera e Senato non è decisione che si possa prendere alla leggera. Meglio allora "creare le precondizioni per uno scioglimento attraverso una richiesta congiunta di tutte le opposizioni eventualmente supportata dalle dimissioni dei parlamentari di minoranza (e vediamo se anche quelli della sinistra Pd ci stanno, almeno in parte)".

"Se anche in uno solo dei due rami del Parlamento (ad esempio al Senato) si raggiungesse la metà più uno dei dimissionari (tenendo conto solo di quelli elettivi e non dei senatori a vita), sarebbe pressoché automatico lo scioglimento di quella Camera ed, a ricaduta, dell’altra".

Senza dimenticare, ricorda Grillo che "questo è un Parlamento che non si sa se è ancora in grado di esprimere una reale maggioranza di governo ed è per lo meno discutibile che, nonostante i ripetuti rovesci, rotture di patti ecc., il presidente del Consiglio non abbia sentito il bisogno di verificare con un voto in entrambi i rami del Parlamento, se ha ancora una maggioranza".

Nessuno sconto da parte del leader dei Cinquestelle per i presidenti della Camera, Laura Boldrini, e del Senato, Pietro Grasso: "si stanno comportando con una scorrettezza unica in materia di applicazione dei regolamenti e con una partigianeria neppure dissimulata". E "di fronte alle palesi violazioni dei regolamenti" e "ad una situazione che vede tutta l’opposizione dichiarare l’Aventino, credo che sia legittimo investire del caso la Corte costituzionale, come se ci fosse conflitto fra poteri dello Stato".

Infine l'arma finale che secondo Grillo potrebbe essere usata: "iniziare una campagna di sensibilizzazione dei costituzionalisti e dell’opinione pubblica, raccogliendo firme sotto una petizione che chieda l’immediato scioglimento del Parlamento. Di fronte a milioni di firme, credo che il Presidente" Mattarella "non possa che prendere atto della situazione e procedere di conseguenza".

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