La proposta di modifica al ddl anticorruzione sarà presentata in commissione. Boschi: "Per ora no modifica Severino". Orlando: "Abbiamo eliminato le soglie di non punibilità su cui c'erano delle critiche e si terrà conto invece delle condotte di particolare tenuità lasciando al giudice la valutazione caso per caso"
L'atteso emendamento del governo al ddl anticorruzione relativo al falso in bilancio "sarà presentato in commissione". Lo ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando parlando con i giornalisti a palazzo Madama.
Orlando ha spiegato che "abbiamo eliminato le soglie di non punibilità su cui c'erano delle critiche e si terrà conto invece delle condotte di particolare tenuità e lasciando al giudice la valutazione caso per caso". I cinque anni sono il massimo della pena, che nel minimo resta a un anno nel caso di società non quotate. Per quelle quotate si va da 3 a 8 anni.
Intanto, il relatore al ddl anti corruzione Nico D'Ascola (Ncd) ha presentato due emendamenti in commissione Giustizia al Senato, dove il ddl è in discussione, che alzano le pene rispettivamente per la corruzione in atti giudiziari e corruzione per induzione. Sotto il primo profilo, le pene passano da 6 a 12 anni (anziché da 4 a 10), mentre la fattispecie aggravata viene punita con un minimo di 6 a un massimo di 14 anni (ora si va dai 5 ai 12 anni). Sul versante, invece, della corruzione per induzione, la pena prevista va da 6 a 10 anni e mezzo (invece che da 4 a 10 anni).
La commissione Giustizia ha fissato per giovedì prossimo, 5 marzo, alle 14, il termine per la presentazione dei subemendamenti agli emendamenti depositati dal relatore D'Ascola. Lo si è appreso a margine della seduta. Una scadenza che rende dubbia la possibilità che il testo possa approdare in aula entro la settimana, com'era nelle previsioni e nelle intenzioni della maggioranza e del governo.